Per nulla inatteso giunge anche il placet di Agcom alla diffusione dei dati Auditel: riprende così il sempiterno moto della macchina della società che si occupa della rilevazione dei dati di ascolto televisivo, senza più alcun concreto ostacolo, se non la marchiana svalutazione del sistema su più fronti, e non è poco, considerando che la società si definisce da decenni “un organismo super partes che opera con trasparenza e affidabilità”.
Nel comunicato stampa diramato il 3 novembre, Agcom dichiara che, nella riunione tenuta il giorno precedente, la Commissione servizi e prodotti (che, tra le altre competenze, si occupa anche di monitorare le rilevazioni dei dati di ascolto e di vigilare sulla correttezza della diffusione dei diversi mezzi di comunicazione rilevati da altri soggetti) “ha esaminato la situazione determinatasi in Auditel a seguito dell’incidente occorso nelle settimane passate che ha causato una fortuita violazione della riservatezza di parte significativa del panel su cui si fonda la rilevazione dei dati di ascolto, ed ha approvato, su proposta del relatore Angelo Marcello Cardani (Presidente Agcom dal 2012), le conseguenti azioni di vigilanza. Le decisioni assunte dalla Commissione hanno fatto seguito all’istruttoria avviata dagli Uffici all’indomani della notizia dell’incidente”. Agcom dichiara di aver valutato positivamente “la tempestività e la serietà con cui Auditel ha reagito alla notizia degli effetti provocati dall’incidente incorso. Ha apprezzato, in particolare, dapprima la decisione di autosospendere l’attività di pubblicazione dei dati per il tempo necessario a studiare modalità e tempi di risoluzione del problema; quindi, le misure che sono state adottate allo scopo di pervenire entro il mese di luglio 2016 all’integrale sostituzione delle famiglie del campione”. L’Authority ritiene poi che “la diffusione dei dati possa continuare nel periodo necessario al ripristino della situazione di normalità, sebbene con opportune cautele e adeguate misure di controllo: in particolare – prosegue la nota – la Commissione ha disposto, da un lato, la pubblicazione sul sito Internet di Auditel e dell’Autorità di un avviso volto ad informare che è in corso la progressiva sostituzione del panel, a seguito degli avvenimenti che potrebbero averne compromesso la segretezza; dall’altro, l’integrazione della pubblicazione e della diffusione dei dati con un messaggio che evidenzia gli esiti del monitoraggio settimanale e informa sulle eventuali anomalie riscontrate nel corso delle attività. L’Autorità eserciterà la vigilanza, informata costantemente da Auditel sull’andamento del piano di ripristino e su eventuali episodi anomali”. Dulcis in fundo si legge che “la proposta del presidente di designare già nella seduta del 2 novembre e ai sensi dell’art.2 della delibera 85/06/CSP, uno o due rappresentanti dell’Autorità all’interno del Comitato tecnico di Auditel, al fine di una maggiore garanzia di indipendenza nell’attività di monitoraggio e controllo nel periodo transitorio, è stata invece respinta a maggioranza dalla Commissione”: dopo dieci anni di inerzia, il Presidente Agcom, Angelo Cardani, ha avanzato la proposta di nominare due esperti da inserire nel Comitato tecnico Auditel, possibilità prevista proprio dall’art.2 (rubricato “Organizzazione dei soggetti realizzatori delle indagini sugli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione”) della delibera 16 maggio 2006 n.85/06/CSP (“Atto di indirizzo sulla rilevazione degli indici di ascolto e di diffusione dei mezzi di comunicazione”), che Agcom ha ben pensato di ripescare (guarda caso ora) tra le pieghe del tempo. Cardani, tuttavia, non ha trovato la maggioranza dei voti nella Commissione servizi e prodotti chiamata a decidere sulla cosa: lo sbarco di Agcom dentro Auditel, che dunque viene bocciato, avrebbe sicuramente rappresentato un passo di notevole rilievo ora che la società degli ascolti televisivi sta di fatto attraversando la crisi più grave della sua storia. In favore di Cardani si schiera con forza il commissario Agcom Antonio Nicita, che dichiara: “La nomina dei nostri esperti in Agcom sarebbe stata cosa buona e giusta. Non è serio rinviare un impegno che una delibera ci impone da ormai dieci anni” (potremmo dire che non è altrettanto serio attendere dieci anni anche solo per avanzare una proposta in tal senso). In netto contrasto la posizione del commissario Francesco Posteraro: “Sono stato personalmente contrario alla proposta del Presidente Cardani di nominare rappresentanti di Agcom in seno al Comitato tecnico di Auditel, poiché ritengo che debba esservi netta separazione tra i ruoli, diversi e contrapposti, di controllore e controllato”. Parole forti, ma non convincenti a detta di Lorenza Bonaccorsi, deputato e responsabile cultura del Pd, che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare. Audizione che dovrebbe quindi tenersi in Commissione di Vigilanza Rai (per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi): “Se fosse confermato, come sta emergendo in queste ore, che l’Agcom avrebbe deciso a maggioranza di non intervenire sulla vicenda Auditel, ci troveremmo di fronte ad un atteggiamento grave, che mette l’Autorità a rischio inadempienza rispetto alla sua legge istitutiva e ai suoi doveri di vigilanza sulla correttezza delle indagini sugli indici di ascolto". E infine la stoccata finale a Mediaset: “Tra coloro che si sono espressi in queste settimane in maniera più forte in difesa dei sistemi di rilevazione Auditel, uno strumento controverso e ormai obsoleto che sembra tutelare più vecchi equilibri commerciali che non l’intero sistema televisivo e in particolare il servizio pubblico Rai, ci sono stati i vertici di Mediaset. Sarebbe stupefacente se alcuni commissari Agcom sembrassero più preoccupati di essere in sintonia con un soggetto privato che non con i propri doveri istituzionali”. (S.F. per NL)