Probabilmente i soci Auditel si aspettavano (o quantomeno auspicavano) solamente un chiacchiericcio fine a se stesso durante i 15 giorni di stop rilevazioni; decisione forse sofferta ma inevitabile per tentare di arginare lo scandalo Audigate e comprendere come attuare la sfida titanica, quella che, a detta di molti, è assolutamente impossibile: rifare daccapo il panel compromesso, triplicando il campione delle famiglie ricomprese, il tutto in tempi brevi, brevissimi.
E invece il climax di mosse e contromosse non sembra aver fine, a cominciare dalla diatriba Grasso-Cairo-Zappia che si sfidano a colpi di lettere (che di diplomatico hanno poco) sul campo de “Il Corriere della Sera”, fino ad Agcom che ha deciso (finalmente) di agire, aprendo l’istruttoria su Auditel. E non è finita. Mercoledì è stata difatti presentata una mozione alla Camera dei Deputati dagli On. (tra gli altri) Civati, Fassina e Frantoianni: la problematica sollevata parte da un presupposto oggettivo, che mostra come le attività di rilevamento avverrebbero in una situazione di monopolio di fatto, con Rai e Mediaset che, oltre a dominare il mercato televisivo, posseggono attualmente circa il 60% del capitale sociale di Auditel. La posizione che si evince dalla mozione sembra ricordare, fra le altre, quella di Tom Mockridge, ex AD Sky Italia, che nel 2009 dichiarava: “Non è possibile avere una performance dei programmi televisivi, finché la società di rilevazione è controllata al 60% da Rai e Mediaset, che ne controllano le decisioni attraverso il Cda: è un assetto, quello di Auditel, che riflette il mercato com’era 15 anni fa. Le emittenti tv, tutte, dovrebbero scendere sotto il 50% del capitale, lasciando la maggioranza ad altri soggetti. Nel Cda potrebbero entrare consiglieri indipendenti, come avviene in altri grandi mercati”. E nel testo della recentissima mozione si legge: “La governance della società configura, dunque, una situazione in cui i soggetti controllori si sovrappongono ai soggetti controllati, suscitando numerosi dubbi sulla trasparenza e la correttezza delle rilevazioni, che possono essere manipolate per favorire l’una o l’altra società emittente”. L’Antitrust ha più volte avviato indagini sulla situazione del rilevamento degli ascolti, sanzionando Auditel nel dicembre del 2011 per abuso di posizione dominante con una multa di 1.806.604 euro. Quanto verificatosi la scorsa settimana, con l’esposizione delle famiglie campione tramite il semplice invio di una mail da parte di Nielsen, ha posto di nuovo l’attenzione, a detta degli onorevoli, di trovare una soluzione in grado di affrontare il problema, una volta per tutte. La mozione propone il definitivo superamento del sistema coordinato da Auditel, avviando una gara ad evidenza pubblica che possa attribuire ad almeno due società in regime di concorrenza le attività di rilevamento dei dati di ascolto, escludendo definitivamente dagli organi di amministrazione e gestione della nuova società, tutti gli operatori e le emittenti in gioco nel mercato della tv. (S.F. per NL)