L’Algeria, unico Paese al mondo dopo la Corea del Nord (governata da un severo regime comunista) ad avere una sola emittente controllata dal potere centrale, ha deciso con una riforma, sebbene assai tardiva, all’apertura dei canali televisivi privati come è avvenuto in Tunisia, in Marocco ed in Libano.
Fin dopo i tumulti popolari ed il successivo crollo di alcuni regimi autoritari in Nord Africa nel paese si parlava di riforme e di nuovi assetti per garantire la libertà di espressione dopo anni di monopolio assoluto. Il potere politico ha già annunciato di voler mantenere l’arbitrio (pressoché assoluto) sulla possibilità di rilasciare le concessioni televisive (fino ad ora solo pubbliche), secretando i contenuti della cosiddetta "legge speciale", almeno fino al completamento delle disposizioni sulla nuova normativa sull’informazione. Tale riforma, come ha annunciato una nota del Consiglio dei ministri, verrà varata in base ad un "accordo tra la società algerina e l’autorità di regolamentazione per la radiodiffusione, convalidato da una previa autorizzazione da parte del governo". (R.R. per NL)