Dopo l’operazione Current TV negli USA, Al Jazeera rilancia la sua politica di espansione internazionale. Il direttore del gruppo televisivo del Qatar, lo sceicco Ahmed Ben-Jassem Al Thami, ha recentemente annunciato l’intenzione di lanciare due nuovi canali di sola informazione in Francia e nel Regno Unito. Ma anche l’Italia potrebbe essere nel mirino.
Quello nei due paesi europei è uno sbarco lungamente preparato: nel paese transalpino l’emirato ha consistenti interessi e proprietà, ed è già presente nello scenario televisivo con due canali dedicati allo sport, mentre in Gran Bretagna Al Jazeera English è attiva addirittura dal 2006. Ciò nonostante, il tentativo di entrare nel mercato delle reti All-News assume una certa rilevanza, non solo per il calibro dei concorrenti, da France 24 a Sky fino a CNN, ma anche per l’influenza che i nuovi canali informativi possono avere rispetto agli orientamenti dell’opinione pubblica (e indirettamente dei governi) dei paesi interessati. Sostenuto dalla potenza economico-finanziaria dell’emirato, il network viene infatti da molti considerato come il braccio mediatico della diplomazia del Qatar, che ha avuto un ruolo importante in tutte le vicende recenti del mondo arabo, dalla cosiddetta “primavera” dei paesi mediterranei alla crisi siriana. Al servizio di tale obiettivo è stato creato persino un centro studi interno dedicato all’analisi strategica degli scenari geopolitici globali. Coscienti del fatto che la televisione, comunque veicolata, rappresenta ancora una delle più potenti fonti di informazione e manipolazione, i responsabili di Al Jazeera non nascondono l’intenzione di farsi portavoce di una visione del mondo, se non apertamente alternativa, almeno complementare a quella proposta dal complesso dei media occidentali, utilizzando i linguaggi e le tecnologie più avanzate e raggiungendo platee sempre più vaste. Proprio a causa della connotazione sociopolitica, però, l’espansione dell’emittente nei mercati europei e statunitensi è stata finora vista con sospetto e spesso frenata dai governi, preoccupati soprattutto dalle possibili conseguenze sugli orientamenti delle minoranze islamiche presenti nei propri paesi. Cambi di orientamento politico degli esecutivi e, soprattutto, l’universale potenza finanziaria stanno però aprendo brecce sempre più consistenti nei bastioni dei difensori dell’occidente, tanto che ormai la strada sembra aperta per un’invasione massiccia del network arabo nei palinsesti del vecchio e nuovo continente. Gran Bretagna e (soprattutto) Francia rappresentano per il network un obiettivo primario, dati gli storici rapporti con il mondo arabo e con il Maghreb in particolare. Ma non mancano progetti di espansione anche a est, con la prossima apertura di una filiale in Turchia, altro mercato promettente data la forte presenza islamica. E in Italia? La presenza dell’emittente del Qatar è aleggiata in tutte le vere o presunte trattative che si sono svolte nel mercato televisivo nostrano, da TI Media a Mediaset Premium. Alcune voci davano infatti per molto probabile l’ingresso di Al Jazeera nel settore della trasmissione degli avvenimenti sportivi, in particolare del calcio, tradizionale chiave di volta per chi vuole ottenere l’attenzione dei telespettatori del bel paese. L’operazione, del resto, sarebbe coerente con la strategia già adottata in altri paesi europei e si sposerebbe con l’attenzione già più volte richiamata per gli asset pay di Mediaset, in difficoltà per la concorrenza del colosso Sky. Tuttavia, le notizie dell’ultima ora darebbero per probabile l’interesse di Al Jazeera per un player italiano minore, ma certamente più accessibile sul piano economico: la Sportitalia di Bruno Bogarelli, la cui società editrice, titolare dei prodotti Sportitalia 1, Sportitalia 2 e Sportitalia 24 avrebbe risorse economiche per un’attività "tranquilla" solo fino a giugno 2013. Per capire la delicatezza della situazione, basti dire che la Edb Media, il soggetto giuridico intestatario delle autorizzazioni per la fornitura sul DTT dei servizi di media audiovisivi, aveva acquistato, attraverso un conferimento, i titoli (così come tutti gli assetti) dalla società di Bogarelli Interactive (recentemente ridenominata Maroncelli 9), ente che ora ha avviato la procedura di fallimento. I soldi freschi qatarioti farebbero quindi veramente comodo a Bogarelli, che, diversamente, per sopravvivere dovrebbe quantomeno valutare di chiudere il canale meno strategico del suo tris DTT, cioè Sportitalia 24. E per Al Jazeera il subentro nelle autorizzazioni di Sportitalia potrebbe essere un’operazione redditizia sul piano economico e strategica su quello operativo. Quel che è certo è che il network arabo, con le sue iniezioni di liquidità e le promesse di creazione di nuovi posti di lavoro, diventa un pretendente sempre più appetibile per gli attori di un mercato stretto dalla morsa della crisi. (E.D. per NL)