(ANSA – di Silvia Lambertucci) – Il pubblico televisivo degli anni Sessanta e Settanta ricorda Giulio Macchi, morto a 91 anni stamattina nella sua casa romana, per la popolarità di trasmissioni di informazione che hanno fatto la storia della televisione pubblica, come Orizzonti della Scienza e della Tecnica e Habitat, con le quali portò nelle case degli italiani, rendendo quei temi accessibili a tutti, grandi medici, scienziati, ingegneri e urbanisti.
Macchi, regista, conduttore e autore televisivo è stato un vero pioniere della divulgazione scientifica in tv.
Lombardo – era nato a Cantù in provincia di Como nel 1918 – studi interrotti per la guerra (che lo vide prigioniero in Africa) aveva esordito nel cinema, lavorando nell’immediato dopoguerra con registi del calibro di Jean Renoir, Rossellini, Emmer e Comencini.
Alla Rai arrivò nel 1957 con La Cortina di Vetro, un’inchiesta sulla burocrazia italiana in cui per la prima volta si impiegava la tecnica della telecamera nascosta per riprendere tutto ciò che avveniva tra le polverose scrivanie dei burocrati. Specializzato in programmi di informazione, ha firmato documentari inchiesta in Giappone e diversi servizi speciali per il Tg, ma anche programmi, come Viaggio intorno al cervello e Linea contro Linea.
Del ’66 il suo programma forse piu’ noto, Orizzonti della Scienza e della Tecnica, che inventò e condusse per oltre nove anni e con il quale fece conoscere al grande pubblico, importanti medici e scienziati.
Sempre semplice e rigoroso, fu anche decisamente innovativo: sua per esempio – era il 27 maggio del 1972 – l’idea di ospitare in trasmissione l’amico giornalista Gigi Ghirotti, che in diretta, rompendo quello che allora era un vero tabù, raccontò di avere un cancro ("Ho un cancro e lo so. Parliamone"). A Ghirotti e alla sua malattia, raccontata fino allo stremo come un vero e proprio reportage, Macchi dedicò nel 1974 l’ultimo speciale di Orizzonti.
Altrettanto popolare, sempre negli anni Settanta, il suo ultimo programma televisivo, Habitat – Un ambiente per l’uomo, in cui portò alla ribalta del piccolo schermo i problemi dello sviluppo urbano e le sue ripercussioni sulla vita sociale.
Vedovo, senza figli, Macchi viveva a Roma. I funerali si terranno lunedì alle 12 nella chiesa degli Artisti.