Un conflitto sanguinoso tra terrestre e satellite, da combattere contendendosi i format piu’ prelibati della televisione, i diritti tv del grande sport (calcio in primis) e accaparrandosi i personaggi del piccolo schermo, a partire da quelli con share in doppia cifra.
La guerra del telecomando, insomma, che di recente i due broadcaster hanno cominciato a combattere anche sulle colonne dei giornali. L’ultima frontiera dello scontro, infatti, e’ “eventizzare”. Lo ha fatto Sky con un (vecchio) accordo con la Rai in merito ai Mondiali di calcio rilanciato a mesi di distanza; per poi tornare alla carica con un contratto (a gettone) con Fiorello.
Gli ha risposto Mediaset con una nota di fuoco all’indomani dell’approvazione definitiva in Senato del decreto Anticrisi che porta l’Iva della pay tv dal 10 al 20 per cento. Un provvedimento che produrra’ un incremento del gettito fiscale di circa 200 milioni. Eventizzare, dicevamo e ove possibile screditare. “Mediaset Premium ha deciso di farsi carico interamente degli effetti del nuovo regime fiscale applicato dal primo gennaio 2009 a tutto il settore della tv a pagamento – premette la nota di Cologno -. Pur rammaricandosi per la scelta governativa di allineare l’aliquota al livello piu’ alto (onerosa soprattutto per chi, come noi, e’ ancora in fase di start-up), Mediaset, visto il momento economico, accoglie il provvedimento con senso di responsabilita’ e senza strepiti fuori luogo. E proprio considerando la crisi generale, Mediaset giudica inopportuno far pagare ai propri clienti la crescita dell’Iva. Pertanto informiamo che i nostri listini della pay tv rimarranno inalterati”.
“Senso di responsabilita'” e “nessuno strepitio fuori luogo”. Il pensiero va dritto a Rupert Murdoch che proprio sull’aumento dell’Iva (scaricata da subito sui quasi cinque milioni di abbonati) ha scatenato un putiferio. Valanghe di spot, titoli di testa nel notiziario all news, anchorman sul pulpito, milioni di lettere in cassetta (e di e-mail nei decoder), inserzioni sui giornali, e riquadri nella guida programmi. E, infine, un appello accorato a tutto il Parlamento. Una vera e propria guerra all’Iva e al governo Berlusconi intento – questa la tesi accusatoria – a tutelare gli affari di famiglia. Una reazione durissima, quella dei Murdoch, quasi scomposta, e certamente atipica per un management anglosassone che in questi cinque anni aveva sempre tenuto un profilo bassissimo. Una reazione prodotta anche dai numeri delle tesserine Mediaset Premium. In Italia ce sono oltre 2 milioni 700 mila, e da gennaio 2008 – data in cui e’ decollata – la nuova offerta Gallery e’ nel salotto di quasi un milione e mezzo di famiglie. Una piccola Sky, insomma, meno costosa e che nel 2008 ha portato nelle casse Mediaset circa 400 milioni, contro i 226 del 2007 e i 108 del 2006. Ma soprattutto una piccola Sky offerta in pay per view: modalita’ d’acquisto con Iva gia’ al 20 per cento e quindi indifferente alle dispute di questi giorni. A pagare dazio in casa Mediaset dal primo gennaio sara’ solo l’offerta “easy pay”: un abbonamento light – da tre a massimo dodici mesi – con rid bancario ancora in fase di start up. Una carezza per i conti del Biscione. (Gianluca Vacchio)