RAI appare essere il player tv più reattivo nei confronti di uno scenario nazionale che vede sempre più forte l’ingerenza in abitudini e schemi di fruizione televisiva dettata dai nuovi formati dello streaming video on demand (SVOD).
Nel mentre, però, RAI Pubblicità chiude il 2018 in calo del 2,6% rispetto all’esercizio precedente, collocandosi a 744 milioni di euro (633 milioni netti).
Il suo nuovo a.d. è Gian Paolo Tagliavia, proveniente dall’area Digital della Rai (che dirigeva), nominato dal CdA che ha inoltre confermato Antonio Marano come presidente della concessionaria e nominato Beatrice Coletti, Giampaolo Rossi e Maria Pia Ammirati come consiglieri.
Nonostante le performance non esaltanti sul piano commerciale, come detto, RAI pare essere uno dei player tv dello schema tradizionale più reattivi nei confronti del nuovo scenario che si sta velocemente definendo dopo il consolidamento degli OTT dello streaming video on demand, con gli affermati Netflix e Amazon Prime a fare da dominatori e la prospettiva dell’imminente arrivo di Disney e del potenziamento di operatori come Viacom, Vivendi ed altri superplayer in quello che anche secondo la banca d’affari JP Morgan è una delle aree di business più attrattive per i grandi investitori.
Il Piano industriale 2019-2021 della RAI presentato al CdA dall’amministratore delegato Fabrizio Salini tiene conto delle evoluzioni del settore in ambito nazionale ed internazionale, prevedendo palinsesti sempre più “cuciti su misura” in funzione dei bisogni dei consumatori e nell’ottica di migliorare la vision experience in multipiattaforma.
In conseguenza del mutato quadro contenutistico, sono state create le direzione di Rai Format e Rai Doc “che avranno come obiettivo quello di dare impulso all’industria creativa italiana, coinvolgere e far crescere produttori indipendenti e giovani autori”.
D’altra parte, come abbiamo già avuto modo di illustrare su queste pagine, gli OTT DELLO SVOD stanno inducendo gli italiani a cambiare abitudini consolidati nella fruizione della tv: per esempio sono sempre meno i telespettatori che durante il week-end guardano la tv via etere. Il fine settimana è ormai dedicato dai 35-55enni alla visione sequenziale di puntate delle serie disponibili su Netflix, che così sta profondamente cambiando le abitudini televisive. E lo stesso fenomeno sta cominciando a diventare rilevante anche nella fascia infrasettimanale che va dalle 21.30 alle 24.00.
L’impatto comportamentale dello SVOD si sta mostrando in tutta la sua veemenza, costringendo i programmatori della tv tradizionale a rivedere in profondità le proprie strategie. Stanno infatti scomparendo i telespettatori che utilizzano la televisione via etere per vedere film e fiction, che entro 5 anni diventeranno appannaggio pressoché esclusivo dell’on demand IP.
Nell’arco del prossimo lustro dalla tv DTT spariranno progressivamente i canali dedicati a film e fiction per fare spazio a quelli di sport, news, infotainment, cultura e società (cibo, animali, documentari, ecc.), visual radio/musica. I primi segnali in tale direzione vengono per esempio dalla decisione di Sony di chiudere l’esperienza di CineSony (LCN 55) e di Pop (canale per bambini sul 45), ma già si mormora di altre defezioni o meglio di importanti riconversioni contenutistiche.
E proprio in considerazione di questo variato panorama, RAI appare il player tv più dinamico: per esempio il nuovo Piano industriale prevede anche la nascita di un canale in inglese, che conterrà l’informazione in lingua e di natura istituzionale, mentre il Cda Rai ha approvato la proposta di esercitare l’opzione per l’acquisto del pacchetto collegato ai diritti tv per la Champions League 2019-2020.
In linea con la citata pressione dei player tv OTT, la strategia di Salini prevede poi uno sviluppo in tre fasi sul fronte dell’informazione, cioè una delle aree dove la competizione con gli OTT del web è pressoché inesistente.
La prima fase vedrà la creazione di una testata digitale probabilmente affidata alla direzione di Milena Gabanelli, cui seguirà il potenziamento della testata digitale con lo sport e l’informazione istituzionale.
Infine sarà realizzata l’integrazione dei poli informativi in una news room di flusso mantenendo i marchi di punta dell’informazione Rai e rafforzandone la loro storica identità.
Strumentale a questo piano sarà il potenziamento della piattaforma IP Rai Play che produrrà contenuti esclusivi e nativi digitali, di cui presumibilmente si occuperà la direzione Format in collaborazione con il CRIT (Centro ricerche e innovazione tecnologiche) di Torino. (M.L. per NL)