E’ un momento di grande attivismo sul digitale televisivo terrestre, con la continua partenza di nuove televisioni, spesso nazionali, quasi sempre tematiche (anche se non di nicchia), su numerazioni LCN una volta considerate infrequentabili e quindi snobbate perché al di sopra del limite di scansione con i tasti più e meno del telecomando (che, come studi sociologici hanno confermato, porta l’utente medio a difficilmente superare il blocco 30/35).
E’ il caso di Food Network (33), di Spike (49), di Cine Sony (55), di Alpha (59), di Fight Network (62), ma anche di Dee Jay Tv (69, con partenza fissata per lunedì 15/01).
Ma a distanza di 8 anni dallo switch-off analogico/digitale, il pubblico ha imparato a conoscere la gestione dei logical channel number e magari anche ad apprezzarne alcune caratteristiche precise, come la settorializzazione regolamentata dei contenuti (semigeneralisti, bambini/ragazzi, sport, televendite, ecc.), ma anche la colonizzazione dei blocchi determinata “dall’effetto traino” (cioè il maggior valore di un blocco di LCN in funzione di prodotti d’appeal che vi sono collocati e che quindi stimolano le visite degli utenti).Per questo il legislatore ha deciso di soprassedere a rimetterci mano ed il regolatore, con ogni probabilità, limiterà al minimo gli interventi di modifica pure annunciati dalla L 205/2017 (legge di Bilancio 2018).
Ma la raggiunta maturità del comparto tv italiano si esterna anche sul piano tecnico-logistico nel rapporto tra content e network provider: se visiterete la sede di molte di queste nuove televisioni troverete al massimo studi di post-produzione, ma nessuna messa in onda. Quest’ultima, infatti, è gestita direttamente dal network provider, che ne cura oltre all’instradamento del mux anche il play out, garantendo la sicurezza della messa in onda, sfruttando le economie di scala di una filiera dedicata a questo tipo di servizio a valore aggiunto.Si tratta di uno sgravio notevole per gli editori e di un servizio ulteriore offerto dagli operatori di rete, che vendono lo stesso nel complesso della capacità trasmissiva realizzando un importante elemento di fidelizzazione con la clientela ed uno strumento per superare la competizione sempre più serrata sulla scontistica di banda (negli ultimi due anni i prezzi sono scesi in misura rilevante, spesso compresa tra il 25 ed il 50%).
Un’ulteriore espressione della dicotomia tra content e network provider ma, soprattutto, un passo in più verso l’allontanamento dei fornitori di servizi di media audiovisivi dall’anacronistico “ferro”. (M.L. per NL)