Sono stati resi noti lo scorso 24 gennaio, nel corso di un incontro tenutosi a Milano, i risultati dell’annuale sondaggio che la società Edelman commissiona per domandare agli opinion leader dei maggiori Paesi industrializzati quali fonti utilizzino per indirizzare l’opinione pubblica. Della ricerca si è occupata la società Strategy One, che ha intervistato 3.775 opinion leader di 18 paesi differenti, inclusa l’Italia, domandando loro quale fossero le sorgenti di maggiore interesse e fiducia, che operassero da traino per l’opinione pubblica. In un quadro internazionale si può evincere dai dati che le istituzioni che godono di maggior credibilità sono indiscutibilmente le organizzazioni non governative (Ong), in testa nella maggior parte dei Paesi europei. Va molto male, invece, per esecutivo e istituzioni pubbliche che, eccezion fatta per Paesi come la Svezia, dove l’amministrazione pubblica gode della fiducia del 63% degli intervistati (e, antiteticamente, della Chiesa si fidano solo nel 18% dei casi), registrano una media del 29% di affidabilità, crollando di dieci punti percentuali rispetto all’anno passato. Da segnalare la Polonia, fino allo scorso novembre governata dai fratelli Kaczyński, dove gli opinion leader hanno fiducia nelle istituzioni solo nell’11% dei casi. Tornando in Italia, è il settore tecnologico, più di Ong ed altre associazioni, a godere del massimo della fiducia, nonostante il nostro Paese sia ancora in ritardo rispetto agli standard europei nell’utilizzo della rete, dei pc e dei new media in generale. All’ultimo posto, dopo gli scandali degli ultimi anni, ci sono le banche, che danno meno tranquillità dell’amministrazione pubblica ai cittadini e, addirittura, sono riuscite a farsi superare nel gradimento persino dalle assicurazioni. Un dato molto significativo è l’attendibilità, ritenuta altissima dal campione degli intervistati, dei giornali economici. Quotidiani e periodici di informazione finanziaria, il cui simbolo è certamente il “Sole 24 Ore”, rappresentano la fonte d’informazione più affidabile per il 63%, anche più degli analisti di borsa, fermi al 53%. Questo dato ha un significato doppio se si pensa all’attuale sfiducia che, invece, gravita attorno mondo dell’informazione in generale, sempre più associata agli interessi della politica e presa di mira dal comico Beppe Grillo per il V-Day atto secondo. A proposito del comico, i blog, vero motore, secondo lui, del nuovo modo di fare informazione in 2.0, zoppicano un po’, raggiungendo solo il 23% nell’indice di fiducia. (L.B. per NL)