Dopo mesi di accuse, botta e risposta, tra i rappresentanti dell’Auditel e quelli della società italiana del colosso NewsCorp di proprietà di Rupert Murdoch, l’accordo è stato trovato. Sky Italia lamentava la scarsa professionalità ed il metodo ritenuto errato delle rilevazioni Auditel, da cui ribattevano sbandierando la ventennale esperienza, fatta di professionalità ed imparzialità, minacciando di non ammettere Sky alle proprie rilevazioni. Ma, nel periodo natalizio, tra un panettone e l’altro, il paciere, ministro Gentiloni, ha messo le due parti intorno ad un tavolo (presumibilmente ben imbandito) per discutere e l’accordo è stato trovato. Da febbraio, perciò, non vedremo più soltanto le sette reti convenzionali tra i dati di Auditel, ma diverranno una decina, comprendendo i canali principali della pay tv. Questo evento rappresenta una svolta nel mercato pubblicitario, con la tv di Murdoch che inizierà a contrastare Mediaset nella raccolta di spot. D’altronde, sul versante economico, Sky viaggia a gonfie vele: nel 2006 ha pareggiato il bilancio, ponendo un importantissimo segno più davanti alla cifra dei propri proventi; ha stravinto la battaglia contro la pirateria ed ha raggiunto la cifra di 4 milioni di abbonamenti (in sostanza, un pubblico potenziale di 10 milioni di telespettatori); infine ha incrementato la propria raccolta pubblicitaria del 48%, toccando quota 220 milioni di euro. Ed ora che si inserisce tra i “clienti” Auditel, la guerra per la raccolta pubblicitaria vedrà Sky contrastare Mediaset da una posizione ben diversa rispetto al passato. (L.B. per NL)