Oggi non esistono più i libretti d’istruzione degli apparati, che sono di norma autoinstallanti.
Perché la gente, per dirla nello slang giovanile, “non c’ha sbatti”. Le analisi sui comportamenti degli utenti televisivi indicano che nessuno consulta nemmeno le guide virtuali, sia delle funzioni che dei programmi. “Troppo sbatti”.
Il principio è quello introdotto dai pc: prima cercavamo di capire il funzionamento degli apparati che usavamo. Ma, man mano che cresceva la complicazione, aumentava l’analfabetismo tecnologico funzionale.
Anche con le auto è così: non esistono quasi più quelli che sanno mettere mano al motore (“quel gran genio del mio amico, con un cacciavite in mano fa miracoli”, cantava Battisti), per il semplice fatto che il tutto è ormai gestito da software inaccessibili.
Siamo ormai la società del Play: l’attesa e la regolazione sono insostenibili ed inconcepibili.
Esempio ne è la frenesia nella consultazione di YouTube: anche i 5 secondi dei minispot sono ormai interminabili.
Se una volta una tecnologia per affermarsi doveva essere valida, oggi deve essere innovativa e semplice. Zero sbatti, appunto.