“Vivendi è soddisfatta per la decisione annunciata oggi dal giudice della corte di Madrid”, fa sapere in una nota il gruppo multimediale francese nella quale esalta il buon esito del proprio ricorso.
“Il giudice ha riconosciuto che il piano di fusione era stato imposto in modo abusivo da Mediaset e dal suo azionista di controllo Fininvest a svantaggio di tutti gli azionisti di minoranza. Il giudice – conclude la nota – ha anche riconosciuto che tale fusione non risponde ad una ragionevole necessità di business di Mediaset España”.
Vivendi: ora attendiamo decisioni sulle opposizioni delle risoluzioni olandesi ed italiane
“La decisione della corte spagnola ha sospeso il processo di fusione in Spagna. Vivendi si è anche opposta alle risoluzioni per la fusione adottate in Olanda e in Italia, per dimostrare che la fusione progettata è illegale anche in quelle giurisdizioni’‘, spiega invece un portavoce del gruppo all’Adnkronos.
Immediata la reazione del Biscione
“Vivendi non fermerà il progetto di espansione europea di Mediaset. L’odierna sospensione cautelare della delibera dell’Assemblea degli Azionisti Mediaset España verrà immediatamente impugnata con la certezza che nell’appello di merito saranno riconosciuti i vantaggi strategici e operativi ottenibili solo attraverso un’aggregazione societaria guidata da un management unitario e coeso con una visione chiara delle priorità strategiche e del modello di business capace di creare valore per tutti gli azionisti”, fa sapere Mediaset attraverso un comunicato inviato poco fa alla nostra redazione.
“Ancora una volta la campagna mediatica e giudiziaria di Vivendi ha l’obiettivo di
danneggiare gravemente tutti gli azionisti di Mediaset e ancora di più quelli di Mediaset
España che avevano approvato in larga maggioranza il progetto in entrambi i paesi.
Progetto che già prevede un effetto incrementale sul valore del Gruppo pari a circa 800
milioni di euro, un dividendo post-fusione di 100 milioni di euro oltre a un buy-back per un importo fino a 280 milioni di euro.
Vivendi autolesionista
L’atteggiamento autolesionista di Vivendi conferma quindi due dati di fatto incontrovertibili.
Il primo è l’assoluta strumentalità delle scelte anti-Mediaset di Vivendi al solo scopo di
deprimere il valore di Borsa dei titoli Mediaset per poi provare ad approfittarne. Un
comportamento platealmente strumentale che ribadisce l’intenzione di indebolire Mediaset
solo per i propri interessi come già avvenne nel 2016, quando iniziò la scalata ostile su cui
tuttora indaga la Procura della Repubblica di Milano.
Il secondo è l’influenza notevole che il gruppo francese continua a esercitare su Mediaset
in violazione – in quanto primo azionista di Tim-Telecom con il 23,9% – delle leggi italiane
e delle delibere in materia dell’AgCom”, conclude Mediaset. (E.G. per NL)