Ha fatto un certo effetto a noi nostalgici radiofonici (della prima ora) vedere, all’ingresso ed all’uscita della sala del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci (Milano, Via San Vittore 21) dedicata alla tappa milanese della mostra “Radio FM 1976-2006 – Trent’anni di Libertà d’antenna”, la ricostruzione di due studi radiofonici di antica memoria: se uno risultava d.o.c. (courtesy of Radio Studio 105), l’altro era “fantasia”, cioè frutto della concessione di “pezzi” di diversi soggetti (Radio Budrio, Minerva Edizioni, che è poi l’organizzatrice della manifestazione itinerante, ecc.). Non era particolarmente difficile immaginare un giovanissimo Edoardo Hazan (attuale editore di 105 Classics e socio della Holding Finelco, con il fratello Alberto) davanti a quel mixerino dai pochi canali, mentre scambiava i dischi tra due piatti di marca differente , un amplificatore Audiola (l’azienda di famiglia…) e registrava il tutto sul mitico Revox A 77 posto in fronte a sé. Il percorso dei visitatori è stato sostanzialmente imposto dagli organizzatori in un continuo scambio tra una sezione “impegnata”, con reperti audio e video d’epoca – quali un documentario RAI storico sulla bolognese Radio Alice (la principale emittente del “Movimento studentesco del ‘77”); le trasmissioni della locale Radio Popolare, con l’intervista all’evaso Vallanzasca; di Radio Alfa 102 di Avellino, con i boati, registrati presso la sede, del terremoto del 23 novembre 1980; della siciliana Radio Aut, con la coraggiosa parodia di Tano-Toro Seduto di Peppino Impastato – ed una più “easy” con la musica quale colonna portante: un documentario non stop in onore dell’indimenticato Leopardo – Leonardo Re Cecconi e del suo incredibile “Soul Train”, completato da un evocativo “is still running” (condito da interviste “centounocentriche” di Linus, Albertino, D’Ambrosio, Dondoni, Peroni, ecc.). Ampi cartelloni raccontavano la storia delle principali emittenti milanesi e lombarde: dalle immancabili Studio 105 e RMI, alle meno note, ma altrettanto storiche, Radio Montevecchia e Radio Cernusco Stereo (ancora in attività!); dalle antiche Radio Palmanova Milano (di Teo Gildone, chiusa dopo 24 anni nel 1998) e Radio Milano Centrale (di Mario Luzzatto Fegiz); alle notissime RTL e DeeJay. Tra raccolte di adesivi (alcuni introvabili…) e reperti di archeologia broadcast (i mitici trasmettitori militari, residuati bellici livornesi, commercializzati dal grande Angelo Borra, di RMI, che equipaggiò quasi tutti i “pirati” dell’epoca…), una sezione raccontava la storia di Radio 88, forse l’unica occasione nella quale i radiofonici di tutta Italia dimostrarono una coesione produttiva. Vale la pena ricordarla: correva il 1983 e a Bologna comparve improvvisamente un’interferenza nella banda assegnata alla navigazione aerea, esattamente su 108,900 MHz. Per non saper ne leggere né scrivere, il pretore Grassi di Bologna “rastrellò” l’etere nella banda 104-108 MHz, ordinando all’Escopost la disattivazione di una cinquantina di emittenti tra Modena e Forlì. Una strage – inutile peraltro, come si dimostrò poi – che stimolò una enorme grancassa tra le emittenti, che in una sorta di antesignana syndication si riunirono in un collegamento informativo ritrasmettendo una protesta continua che coinvolse 88 emittenti in tutta Italia. Alla “ribellione” – si ricorderà – diede un fattivo contributo anche Vasco Rossi (allora editore “uscente” di Punto Radio di Zocca) con il brano “Ultimo domicilio conosciuto” (album “Bollicine”) che così iniziava: “… a seguito dell’ingiunzione del pretore Grassi di Bologna che, attraverso l’Escopost, ha ordinato la disattivazione di tutti gli enti radio delle emittenti private…“. Vicenda, invero, quanto mai attuale, considerato che proprio in questi giorni qualcosa di simile stava per accadere in Lombardia a seguito di un’interferenza ai sistemi ILS dell’aeroporto di Malpensa (allarme per fortuna rientrato)…
E ancora: registratori a bobine Geloso, contenitori delle uova come isolanti acustici, microfoni Sennheiser (mancava la sola cuffia con le spugnette gialle…), mixer Semprini Mx 10 (a proposito: se ne avete uno da vendere, fatecelo sapere: [email protected]!), giradischi Lenco L75, raccolte delle copertine dei 45 giri “apripista”. ecc. Una bella giornata di ricordi, che ci ha portato a riconoscere l’impegno degli organizzatori di una questa interessante kermesse milanese sulla radiofonia vintage. E subito fuori, l’autoradio è schizzata sulla preselezione di Radio 105 Classics. La grande playlist di Master Concertino, in quel momento, prevedeva i Bee Gees; proprio quelli ritratti nella megafoto della mostra, mentre, impellicciati fino ai piedi (andava di moda così, tra i vip del tempo…), rilasciavano un intervista negli improvvisati studi di Radio Milano International. Era il 1975.