L’affare pareva concluso, tutti gli organi d’informazione avevano già dato per certo l’acquisto del 65% delle azioni del maggiore quotidiano economico degli Stati Uniti da parte del magnate dei media, Rupert Murdoch. Era tutto concordato, persino il tanto agognato e sofferto sì dei Bancroft (la famiglia che detiene il veto sul CdA di Dow Jones, la società che edita il Wsj) pareva essere giunto, ma “Mr. Media” non aveva ancora fatto i conti seriamente con la variabile che ha cambiato le carte in tavola, con la scheggia impazzita che potrebbe far saltare l’accordo. La variabile si chiama Brad Greenspan e (come segnalato in un articolo a firma di chi vi scrive, lo scorso 16 luglio) con Murdoch ha un conto in sospeso non da poco, risalente all’acquisto, da parte dell’australiano, del colosso del web, MySpace. Dell’interessamento del giovane Greenspan si era parlato già nei giorni scorsi, come anche di un suo tentativo di creare una cordata in collaborazione col magnate dei supermarket, Ron Burkle, ma ieri sera (ora italiana) è arrivata l’ufficializzazione dell’offerta d’acquisizione. Un finanziamento di circa 500 milioni di dollari dovrebbe servire a Greenspan per rilevare una quota più bassa di azioni del colosso editoriale (mantenedo un prezzo di 60 dollari per azione), la metà delle quali, comunque, verrebbero riacquistate dalla compagnia per lo stesso prezzo, salvo impegnarsi nel finanziamento di operazioni digitali. La cordata (o pseudo-tale) otterrebbe, in questo modo, due posti nel CdA, ma, soprattutto, allontanerebbe lo spettro di Rupert Murdoch dal Wall Street Journal e dall’informazione economica statunitense in generale. (Giuseppe Colucci per NL)