Il futuro, anche nel towering, è nei superplayer che possono godere di economie di scala in prospettiva di un rapido mutamento dello scenario tecnologico, che esige una presenza in Italia di infrastrutture nell’ordine di qualche decina di migliaia di torri ospitanti impianti low power.
Ciò spiega la forte spinta (anche nel nostro paese) verso l’integrazione delle società che gestiscono torri, con in testa nello scouting RAI, Mediaset, Telecom e Wind. E a riguardo delle prime due, se il d.g. Rai Antonio Campo Dall’Orto, a margine del convegno sulle infrastrutture italiane, ha lapidariamente smentito ipotesi di integrazione tra Raiway (il braccio tecnologico di RAI che gestisce il towering) ed EiTowers (che per il Biscione è player analogo), il suo quasi omologo in terra Mediaset, Guido Barbieri (è a.d. di EiTowers), si è limitato a dichiarare che "non c’è niente di concreto". Sempre Barbieri ha poi precisato che non ci sono prospettive nel medio termine anche per l’operazione con Inwit (Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A., gruppo Telecom Italia), per la quale era stata presentata una offerta a inizio anno, ma che è «stata definitivamente tolta dal processo di vendita». Evidentemente consapevole che nell’arco di dieci anni il business delle torri cambierà completamente faccia, spostandosi dalle high towers – dove EiTowers e Raiway sono leader – alle low towers per la telefonia 4 e 5G e l’LTE broadcasting (quindi anche per la diffusione tv), dove la presenza dei due player è insignificante, il tower player della famiglia Berlusconi dichiara di restare comunque attenta alle opportunità di acquisizioni in Europa. Il riferimento è all’esito deal sulla spagnola Axion, venduta di recente al fondo Amp Capital. Operazione che «non si è concretizzata perché non abbiamo ritenuto di non proseguire", ha affermato Barbieri, aggiungendo: "Se ci sono altre operazioni le valuteremo ma sempre in una logica opportunistica, a condizioni di prezzo e sviluppo corretti". (E.G. per NL)