Riportare in Italia Playboy, ma facendolo percepire come un magazine di moda e cultura. Questa è la partita che giocherà presto Gian Maria Madella, già direttore editoriale dell’area lifestyle di Play Media Company e futuro direttore della nuova edizione italiana di Playboy. A portare Playboy in Italia ci avevano pensato già Rcs ed Edizioni Lancio. I due tentativi erano però in qualche modo falliti. Playboy veniva sempre percepito come una rivista pornografica o comunque borderline e, di conseguenza, non riusciva a raggiungere, per così dire, il grande pubblico. Play Media Company invece punta a far percepire Playboy come una rivista di costume e società, esattamente come accade negli altri trenta paesi in cui è distribuito. Certo ci sarà ovviamente qualche (abbondante) rilievo qua e là, ma senza involgarirsi troppo e con un pizzico di ironia. A contare dovrebbero essere invece dei contenuti di qualità, reportage su moda e costume, e rubriche fisse tenute da grandi firme. Abbattere gli steccati: questa sarà la missione del Playboy italiano. Perchè se in America è normale che un premio Nobel come Al Gore scriva mensilmente su Playboy, anche da noi il successo editoriale si misurerà nella capacità di creare interessanti commistioni. Certo non potremo pensare di leggere su Playboy articoli di Rita Levi Montalcini, ma non sarebbe un sogno avere una rubrica fissa di Andreotti? Ci toccherà aspettare dicembre per vedere se le promesse di Play Media Company saranno mantenute. Bisognerà comunque ringraziare tutto il team che sta lavorando al grande rientro: almeno loro ci provano, a rendere l’Italia un pò meno bigotta. Il problema è vedere se i tempi sono ancora adatti per lanciare nuove riviste cartacee di tale tipologia.(Davide Agazzi per NL)