“Se vogliamo contare nel mondo, la dimensione minima per fare le regole sul digitale è l’Europa”. Ad affermarlo è Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect della Commissione Europea, intervistato dal quotidiano Key4biz, commentando il Ddl Quintarelli (Ddl n. 2484 “Disposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti”) in calendario in questi giorni al Senato.
La proposta vorrebbe introdurre il bando dei software ‘chiusi’ come, ad esempio quelli di Apple, introducendo all’articolo n.4 del provvedimento il concetto di “device neutrality”.
Il provvedimento ha sollevato molte critiche sia nel mondo politico che in quello degli operatori del mercato Ict: il disappunto per la proposta di Quintarelli ha messo insieme Confindustria Digitale, Assotelecomunicazioni-Asstel, Agcom, Assoprovider, Aesvi e diversi esponenti politici del Pd fra cui Sergio Boccadutri, responsabile area Innovazione dei democratici.
La critica che Viola rivolge al disegno di legge Quintarelli verte su aspetti legali e su valutazioni di carattere strategico: “Le regole del digitale vanno fatte in Europa, una dimensione nazionale è destinata solo a fallire”, ha detto Viola sottolineando che “già l’Europa è troppo piccola per fare le regole, ma è la dimensione minima se vogliamo contare nel mondo”.Buoni esempi sono la regolamentazione del roaming e della net neutrality, mentre, fa notare Viola, “proporre una restrizione all’erogazione di servizi digitali in un solo paese europeo non sortirebbe alcun risultato: secondo le direttive sul commercio comunitarie, infatti, qualunque operatore o fornitore di servizi digitali presente sul territorio europeo ha diritto ad erogare quei servizi a tutti i cittadini degli stati membri”.
Inoltre, sottolinea ancora Viola, “esiste un aspetto di irregolarità tecnica del Ddl Quintarelli” che non ha ancora rispettato la cosiddetta direttiva trasparenza: secondo la direttiva europea, infatti, “ogni regola di modifica tecnica deve essere notificata all’Europa prima della sua discussione o adozione in un paese membro” aggiunge.
Si tratta di un passaggio necessario e obbligatorio prima dell’eventuale approvazione della norma in Parlamento.
“Se la notifica avverrà esamineremo più in dettaglio questa proposta di legge nelle sedi europee”, ha concluso Viola (qui per la videointervista a Roberto Viola) (E.G. per NL)