Martedì scorso Arnaud de Puyfontaine, a.d. di Vivendi, si è a lungo espresso durante un’interessante audizione sui nuovi assetti societari di Telecom Italia che si è tenuta davanti alle Commissioni riunite Lavori pubblici e Industria del Senato in quanto la società francese, attiva nel campo dei media e delle comunicazioni, da giugno 2015 è diventata anche azionista di riferimento di Telecom Italia con il 21,4% delle azioni ordinarie.
Il manager ha ribadito che il gruppo francese intende essere investitore di lungo periodo nella TLC italiana e ha rassicurato circa l’inesistenza di contratti con terze parti, come Iliad (provider francese in Telecom Italia con opzioni fino al 15% del capitale) o Orange per una loro partecipazione in Telecom Italia. Il rapporto con Iliad, ha spiegato de Puyfontaine durante l’audizione, prevede certamente accordi circa la distribuzione di contenuti su Canal+ e su operazioni ben definite, ma non sussiste alcuna “politica congiunta” in merito a Telecom Italia. Nessun’opzione prevista nemmeno per Orange, la maggior impresa di telecomunicazioni in Francia: Vivendi, ha spiegato, non è un punto di accesso a Telecom per la TLC francese, comunque interessata a un consolidamento a livello europeo per diventare un player mondiale dei contenuti. Il manager si è poi soffermato a chiarire le voci che parlano di un avvicinamento del gruppo a Mediaset: “Attualmente non abbiamo progetti di collaborazione con Mediaset, ma Telecom potrà cogliere le opportunità che si presenteranno: adesso non c’è nulla da dire, ma chissà sul futuro”. Collaborazioni palpabili, invece, circa una possibile sinergia con Enel. Per quanto concerne l’indebitamento di Telecom, infine, a dire di Puyfontaine non costituirebbe uno svantaggio rispetto agli sviluppi che gli azionisti dovessero intraprendere poiché la società italiana ha tuttora il potenziale per aggiungere più servizi e sviluppare settori. (S.F. per NL)