L’incontro di domani stabilirà la ripartizione delle risorse sbloccate dal Fondo Sviluppo e Coesione. Dopo il no alcune regioni, indiscrezioni danno l’accordo come più vicino.
Fissata per domani la Conferenza Stato-regioni, che verterà sulle modalità d’utilizzo delle risorse provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione, destinate alla banda ultra larga in Italia. La riunione di settimana scorsa aveva fatto storcere il naso a Puglia, Valle d’Aosta e Campania, che si erano imposte per rinviare la decisione alla riunione di domani. Stando ai rumors che aleggiano intorno all’incontro, tuttavia, l’accordo sarebbe vicino: in tal senso sarebbe stato fondamentale il colloquio avvenuto tra il Sottosegretario per gli Affari regionali e le Autonomie Gianclaudio Bressa e l’assessore allo Sviluppo Economico della regione Puglia, Loredana Capone. A sollevare più perplessità era stata proprio la regione Puglia, contrariata dalle modalità di smistamento dell’Fsc; il fondo, che avrebbe dovuto essere ripartito per l’80% alle regioni del Sud e per il restante 20% al resto d’Italia, è stato invece destinato alle regioni del Centro e del Nord-Italia. Un danno che Loredana Capone stima intorno ai 639 milioni di euro, ritenuti quindi necessari per portare a termine il Piano sulla base degli obiettivi fissati per il 2020. Stamane a Roma si è riunita la Commissione speciale per l’Agenda digitale, banco di prova per l’incontro dell’11 febbraio: il Governo dovrebbe dirottare le risorse del Fondo (che ammontano a 2,2 miliardi di euro) verso aree del Paese dove è più impellente il bisogno di banda ultra larga. Operazione con la quale le regioni diventerebbero “azioniste” quotate di una sorta di “newco” partecipata della banda ultra larga, in comproprietà con lo Stato. (G.C. per NL)