Il GIP di Busto Arsizio ha revocato gli arresti domiciliari a Luca Spada, a.d. di Eolo, che ha dichiarato: “Mi hanno privato per una settimana della cosa che ritengo più importante al mondo, ovvero della mia libertà personale e per un’accusa che per la mia storia personale reputo molto grave, e cioè quella di aver danneggiato lo Stato. In 25 anni di vita imprenditoriale ho creato aziende che hanno pagato decine di milioni di euro di tasse e diritti d’uso allo Stato e che hanno lavorato con e per lo Stato, realizzando molte cose“.
L’avevamo scritto subito che l’adozione di una misura cautelare estrema come gli arresti domiciliari per l’a.d. del provider telco Luca Spada lasciava perplessi e che, con ogni probabilità a monte del procedimento penale c’erano denunce di concorrenti. E, infatti, a riguardo di quest’ultimo punto, è stato lo stesso Spada a fare il nome di Linkem e del suo amministratore Davide Rota: “Contro questa concorrenza sleale prenderemo provvedimenti una volta acclarati i fatti che mi vedono, mio malgrado, coinvolto“.
Sull’eccessività della misura restrittiva adottato ha convenuto il GIP dr.ssa Piera Bossi, che infatti ha revocato l’arresto effettuato dalla Procura di Busto Arsizio nell’ambito di un’indagine su presunti reati commessi da Eolo attraverso lo sfruttamento commerciale di frequenze non ancora assegnate dal Mise, che ne avrebbe assentito l’impiego solo a fini sperimentali.
Ricordiamo che l’impianto accusatorio vede indagati oltre al fondatore Luca Spada altri cinque manager, con accuse di truffa ai danni dello Stato pluriaggravata, furto di radiofrequenze non autorizzate pluriaggravato e turbata libertà dell’esercizio di un’industria o di un commercio, realizzando – sempre secondo la tesi della Procura – introiti illeciti per 3,5 mln di euro che infatti sono stati sequestrati dai conti societari.
Per il PM “la società, grazie a modem di ultima generazione forniti ai propri abbonati, utilizzava senza autorizzazione una banda di frequenza non assegnata a nessun operatore ed era in grado di offrire una connessione Internet più veloce. Tale comportamento non solo ha arrecato danno allo Stato in assenza del pagamento degli oneri di concessione, ma ha consentito all’azienda di ampliare la propria quota di mercato a discapito della concorrenza che agisce in modo lecito sulle bande consentite”.
Alla revoca della misura restrittiva personale a carico di Luca Spada disposta dal GIP ha fatto seguito un comunicato di Eolo, che ovviamente ha accolto “con favore la revoca della misura di custodia cautelare per l’Amministratore delegato Luca Spada. Tale decisione rappresenta un passo verso il riconoscimento della posizione dell’azienda e del suo top management, che due anni fa avevano già chiarito la vicenda di fronte alle sedi amministrative competenti.
Rispondendo alle domande del Pubblico Ministero venerdì scorso, l’Amministratore delegato ha spiegato che l’azienda ha regolarizzato la propria posizione amministrativa nel 2016 e che le frequenze a cui si faceva riferimento non sono più in uso. Eolo è infatti concentrata da 2 anni nello sviluppo e nell’implementazione della più grande rete Fwa in Italia basata sull’attribuzione ministeriale del diritto d’uso di frequenze a 28 Ghz, per la quale sta investendo oltre 300 milioni di euro. Grazie alla rete Eolo, oggi oltre 1 milione di italiani residenti nei comuni sotto i 20 mila abitanti accede ad una connessione ultra broad band fino a 100 Mega“.
Eolo puntualizza infine che tali vicende giudiziarie “non hanno alcun impatto né sui livelli di servizio alla clientela, né, quindi, sulla solidità finanziaria e patrimoniale dell’azienda, che prosegue con decisione nell’implementazione del piano industriale triennale approvato nel 2017”. (M.L. per NL)