In attesa di conoscere quale sarà il destino governativo italiano, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato la “Sintesi attività completate e relativi seguiti” nel periodo maggio 2016/maggio 2018.
Relativamente ai settori d’interesse di questo periodico, diamo conto di quanto riportato.
In tema delle attività sulle Telecomunicazioni e, nello specifico sulla Banda Ultralarga (BUL), il Mise afferma che “La strategia italiana per la banda ultralarga, approvata dal Governo nel 2015, ha definito i target e i tempi con i quali, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda Europea 2020, verrà coperto entro il 2020, l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100 Mbps e sarà garantito al 100% dei cittadini l’accesso alla rete internet ad almeno 30 Mbps. Il territorio nazionale è stato ripartito, a tal fine, in zone territoriali (cluster) coerenti con la suddivisione definita dalla normativa europea, che distingue tra aree bianche (a fallimento di mercato), grigie (parzialmente competitive) e nere (pienamente competitive)”.
Circa le attività realizzate per favorire il 5G, il Mise spiega che “L’Italia è capofila in Europa per quanto riguarda le attività poste in essere per lo sviluppo del 5G, in linea con le indicazioni della Commissione europea. Nel corso del 2017 il MISE ha:
dato avvio alle sperimentazioni pre-commerciali nella porzione di spettro 3.6–3.8 GHz aggiudicando, a seguito di uno specifico bando pubblico, l’uso temporaneo di frequenze utili per i 3 progetti sperimentali prescelti che si realizzeranno entro il 2021 in 5 città (Milano, Prato, l’Aquila, Bari, Matera);
provveduto, a seguito di una speciale procedura amministrativa, al rilascio delle autorizzazioni al cambio della tecnologia (refarming) e all’estensione della durata del relativo diritto d’uso fino al 2029 delle frequenze GSM (in banda 900 e 1800 Mhz), acquisendo un introito complessivo per lo Stato pari a 1,914 miliardi di euro;
proposto nel disegno di legge di Bilancio 2018, l’impianto delle disposizioni, interamente approvate dal Parlamento, che dovranno guidare nei prossimi 5 anni le complesse attività necessarie a garantire, sia una gestione efficiente dello spettro, e in tempi prestabiliti, sia la transizione dei settori e dei servizi verso la tecnologia 5G, prevedendo a partire dal 2018 lo svolgimento di gare pubbliche a base di asta, secondo i criteri che saranno fissati da AGCOM, per l’assegnazione delle frequenze (nelle bande 3.6-3.8 GHz, 26.5- 27.5 GHz e 694-790 Mhz).
L’obiettivo di finanza pubblica per il 2018 è stato fissato in 2,5 miliardi di euro pari all’introito complessivo atteso dallo svolgimento delle gare”.
Per quanto attiene al comparto delle TV locali, il Mise rende noto che “Si è concluso a dicembre 2016 un lungo e complesso procedimento per liberare oltre 70 frequenze assegnate in ambito locale ad operatori di rete televisivi e che erano state oggetto di accertate situazioni interferenziali ai paesi esteri confinanti (Slovenia, Croazia, Francia e Malta). Ciò ha evitato la condanna dell’Italia in ambito comunitario e ha messo in moto un ampio processo di riassetto dell’emittenza locale finalizzato ad un uso più efficiente dello spettro radioelettrico e all’assegnazione di risorse pubbliche con criteri selettivi e meritocratici.
Nel 2017 è infatti giunta a conclusione anche la riforma della disciplina dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali, con l’adozione nel nuovo regolamento (DPR n.146 in attuazione di quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016), anche in ottemperanza a raccomandazioni espresse dalla Corte dei Conti. Nel corso del 2018 saranno pubblicate le prime graduatorie per l’assegnazione dei contributi annuali che, grazie all’utilizzo di una piattaforma informatica appositamente realizzata, consente di semplificare le procedure e ridurre i tempi di erogazione. Va ricordato che lo stanziamento sul bilancio del Ministero destinato ai contributi a favore dell’emittenza locale è raddoppiato con l’aggiunta di 50 milioni di euro provenienti dall’extragettito del canone Rai”.
Sul fronte delle attività per le TV nazionali, “In attuazione della Legge di Stabilità 2016, con Decreto adottato dal Ministro nell’aprile del 2017, sono stati fissati nuovi criteri per la determinazione dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze televisive che ha consentito di superare la situazione di stallo e il contenzioso che aveva impedito di: fissare gli importi dei canoni dovuti dagli operatori di rete dal 2014; rispondere positivamente alle indicazioni della Commissione europea; recuperare un gettito complessivo di 90 milioni di euro (per 3 annualità, compresi gli operatori locali).
Dal 2018 e fino al 2022, il settore televisivo sarà investito del processo di liberazione della banda 700 (in quanto facenti parte delle frequenze da destinare allo sviluppo del 5G) che richiederà diverse azioni da svolgere da parte del MISE: dalla road map per il trasferimento degli operatori su altre frequenze, da adottarsi entro il prossimo giugno, alle procedure di gara per l’assegnazione dei diritti di capacità trasmissiva fino all’erogazione di indennizzi e misure compensative a corrispondere a fronte della liberazione delle frequenze”, spiega il Mise nella sua relazione a riguardo delle attività di specie. (E.G. per NL)