Ernst & Young non se la sente di garantire che il bilancio 2008 rappresenti la reale situazione dei conti di Tiscali. I dubbi derivano da incertezze derivanti l’esposizione di Tiscali nei confronti di due grandi banche: JP Morgan e Intesa Sanpaolo. Proprio mentre i governi di tutto il mondo chiedono un giro di vite nei mercati finanziari, per riportare un po’ di serietà in un mondo troppo spesso dominato da spregiudicatezza e connivenza, arrivano i primi segnali rassicuranti. A inviarli è una delle più importanti aziende di revisione dei conti, Ernst & Young, che si è rifiutata di certificare il bilancio 2008 di Tiscali Uk. E la cosa non è di poco conto. Fino a qualche anno fa i revisori dei conti certificavano un po’ tutto, senza preoccuparsi più di tanto. Ricordate il caso Parmalat? La società di revisione di turno, Deloitte, fino a qualche mese prima del crac assicurava che i conti erano a posto. Per cui, il segnale lanciato da Ernst & Young è proprio forte. La motivazione? I revisori di E&Y non se la sentono di scrivere nero su bianco che il bilancio 2008 rappresenti la reale situazione dei conti di Tiscali Uk. A loro modo di vedere la salute dei conti dell’azienda di telecomunicazioni inglese dipende troppo dagli accordi che Tiscali raggiungerà con le banche con cui si è indebitata: JP Morgan e Intesa Sanpaolo. E fino a quando la situazione non sarà chiarita, fino a quando non si saprà in che modi e con quali tempi Tiscali si impegnerà a ripianare i suoi debiti, non è possibile dire nulla di certo sui conti dell’azienda. Tiscali ovviamente non è d’accordo con queste conclusioni, e si riserva di affidare l’incarico per una nuova revisione ad un’altra società. E&Y fa sapere che difficilmente un’altra società potrà giungere ad una conclusione diversa, a meno che – suggeriscono sempre quelli di E&Y – non sia priva di serietà. Ci vorrà qualche mese per capire come andranno a finire le cose. Certo è che per un mondo dove la fiducia conta quanto i buoni risultati, per Tiscali si tratta di un duro colpo di immagine, nel momento meno azzeccato di tutti. (Davide Agazzi per NL)