Ci scrive l’associazione di consumatori ADUC "A fronte di toni da "rinascimento tecnologico", il piano del governo per lo sviluppo della rete Internet in banda larga e’ un pianino.
Il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani ha si’ promesso banda larga minima di 2 mega a tutti gli italiani entro il 2012, ma ha rimandato a tempi futuri e indefiniti il cablaggio a banda larghissima (connessioni a partire da 50 mega) e la definizione dell’assetto proprietario della rete dell’ultimo miglio, oggi di Telecom Italia. Al contrario e’ stata ribadita la strategicita’ dell’italianita’ di Telecom Italia. "Il nostro interesse e’ che Telecom rimanga un’azienda italiana", ha detto Romani. Una promessa al vento, visto che Telecom Italia ha gia’ oggi come suo principale azionista effettivo Telefonica, il gestore spagnolo, con cui Telecom Italia e’ in forte competizione nell’importante mercato del Sudamerica. Quanto annunciato e’ tutto il contrario di quanto gli utenti italiani, famiglie ed imprese, necessiterebbero. Per mantenere una parvenza di italianita’, a Telecom Italia continueranno ad essere assicurati privilegi anticoncorrenziali. Visto anche lo stato di salute finanziaria di Telecom Italia e la poca voglia di investire degli azionisti italiani. E’ la classica politica del tirare a campare, per salvare capre e cavoli (italianita’ e investimenti), il Paese perdera’ l’uno e l’altro e ci ritroveremo tra qualche anno con Telecom Italia sempre in precario equilibrio (finanziario e societario), e fortemente in ritardo nelle infrastrutture di rete. Un mix che non favorira’ neppure la crescita sana di altri gestori, che continueranno a fare concorrenza all’ex monopolista (che ancora controlla ben oltre il 50% del mercato), emulando le balle rifilate ai clienti. La pavidita’ del governo, non e’ prudenza, ma una politica suicida che fara’ molte vittime, a cominciare dallo sviluppo economico ed occupazionale. Altro che rinascimento tecnologico".
Il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani ha si’ promesso banda larga minima di 2 mega a tutti gli italiani entro il 2012, ma ha rimandato a tempi futuri e indefiniti il cablaggio a banda larghissima (connessioni a partire da 50 mega) e la definizione dell’assetto proprietario della rete dell’ultimo miglio, oggi di Telecom Italia. Al contrario e’ stata ribadita la strategicita’ dell’italianita’ di Telecom Italia. "Il nostro interesse e’ che Telecom rimanga un’azienda italiana", ha detto Romani. Una promessa al vento, visto che Telecom Italia ha gia’ oggi come suo principale azionista effettivo Telefonica, il gestore spagnolo, con cui Telecom Italia e’ in forte competizione nell’importante mercato del Sudamerica. Quanto annunciato e’ tutto il contrario di quanto gli utenti italiani, famiglie ed imprese, necessiterebbero. Per mantenere una parvenza di italianita’, a Telecom Italia continueranno ad essere assicurati privilegi anticoncorrenziali. Visto anche lo stato di salute finanziaria di Telecom Italia e la poca voglia di investire degli azionisti italiani. E’ la classica politica del tirare a campare, per salvare capre e cavoli (italianita’ e investimenti), il Paese perdera’ l’uno e l’altro e ci ritroveremo tra qualche anno con Telecom Italia sempre in precario equilibrio (finanziario e societario), e fortemente in ritardo nelle infrastrutture di rete. Un mix che non favorira’ neppure la crescita sana di altri gestori, che continueranno a fare concorrenza all’ex monopolista (che ancora controlla ben oltre il 50% del mercato), emulando le balle rifilate ai clienti. La pavidita’ del governo, non e’ prudenza, ma una politica suicida che fara’ molte vittime, a cominciare dallo sviluppo economico ed occupazionale. Altro che rinascimento tecnologico".