Non ha avuto peli sulla lingua John Strand, analista per Strand Consult, nel commentare la nuova proposta avanzata dalla Commissione Europea sul roaming gratuito all’interno del vecchio continente, sostenendo come questa non riesca a “mettere insieme politiche per le telecomunicazioni che stimolano la crescita economica; riesce solo a imporre regole”.
Il punto principale della critica di Strand, riguarda il fatto che la proposta si preoccupi troppo di “far vedere che fa le cose per i consumatori abbassando i prezzi mobili” ma, così facendo, finisce per rendere “sempre più difficile per le telco spendere” e quindi vedere dei reali margini di investimento in Europa. Il problema principale, continua Strand, risiede nel fatto che l’Europa, nello stabilire quali siano i limiti del così detto fair use, disegna dei criteri troppo fumosi, scaricando sui singoli stati membri la responsabilità di definire nodi cruciali come quali siano i parametri sulla base dei quali stabilire se un utilizzo del roaming sia un abuso, in che modo tali parametri debbano essere ricavati, come ci si dovrà comportare con utenti che hanno intestate più sim (magari per i propri figli o familiari) o come gestire eventuali ricorsi; il rischio sarebbe quello che, alla fine del processo legislativo, l’Europa si ritrovi con “28 diverse interpretazioni di fair use”. Proprio su questo punto Strand calca particolarmente la mano, evidenziando come la Commissione Europea, nonostante sogni, almeno a parole, il Digital Single Market per il vecchio continente, prosegue nel trattare il settore come “27 mercati, tutti diversi per lingua, presenza di incumbent e nuovi entranti, norme su spettro, tasse e contratti, e con costi diversi per gli operatori per portare il traffico mobile agli utenti”; per questo, secondo Strand, ciò di cui l’Europa ha realmente bisogno, sia per eliminare il roaming che per competere a livello globale nel settore delle telecomunicazioni, sarebbe avere operatori con “le dimensioni di quelle in Usa o Cina, con reti che coprono l’intera unione” in modo da evitare la troppa arbitrarietà e gli abusi, un rischio concreto se ogni stato deve occuparsi di vigilare sui contratti mobili. (E.V. per NL)