E’ quanto ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Romani, chiudendo l’assemblea dell’Etno, l’associazione che raggruppa i ‘big’ della telefonia europea.
“La Ngn non serve tra un anno ma tra cinque anni servirà in gran parte del Paese e tra dieci anni in tutta Italia. Chi dice che abbiamo banda di trasmissione a sufficienza per i servizi internet ha una visione miope. Non è una questione nè di oggi nè di domani ma sicuramente nel medio termine bisognerà strutturarci adeguatamente e per farlo bisogna iniziare a programmare da oggi”. Sembra una risposta a Franco Bernabe’ di Telecom Italia, che aveva dichiarato “Il problema oggi in Italia non e’ spingere su una nuova infrastruttura a banda larga. Non c’e’ domanda per la banda larga che gia’ esiste”.
Romani ha delineato quelle che sono le linee di intervento del Governo, che hanno preso avvio dalla nomina di Francesco Caio a consulente per la larga banda e proseguiranno con la nascita di una task force: “Ci siamo messi in testa di avviare un circolo virtuoso che parta dalla disponibilità di rete attuale, alle disponibilità finanziare per gli investimenti, ai servizi alla creazione di domanda. Stiamo agendo sugli investimenti e sulla disponibilità di connessione attuale. Sulla domanda intendiamo arrivare a uno switch off della carta a favore dei rapporti con il cittadino che avvengano in rete. In piú abbiamo attivato circa 1000 miliardi di investimenti pubblici per il futuro”.
Il sottosegretario ha annuncio che si stanno studiando già le prime misure di intervento tra le quali ci potrebbe essere un contributo di interesse per la larga banda.
La task force, inoltre, dovrà fare una ricognizioone precisa dell’attuale situazione delle infrastrutture di rete nel nostro Paese e dovrà definire qual è il limite tra la larga banda in fibra e quella wireless, una questione che va risolta per meglio indirizzare gli investimenti. Romani ha annunciato che Caio effettuerà una ricognizione su queste problematiche nei prossimi tre mesi e successivamente verrà creata la task force: “C’è una cosa di cui siamo sicuri, è che non si puó lasciar fare solo al mercato, e che c’è bisogno di un sostegno pubblico per dare ai cittadini un servizio che riteniamo trainante anche per la ripresa economica”.