Incentivare gli operatori di telecomunicazione ad investire nella fibra ottica, in sostituzione dei doppini in rame, realizzando una collaborazione tra soggetti pubblici e privati ed applicando il modello dello switch-off, analogo a quello che sta caratterizzando il passaggio al digitale terrestre.
Questi gli obiettivi a cui mira l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il cui Presidente, Corrado Calabrò, nell’intervento tenuto lo scorso lunedì in occasione della conferenza stampa “Il futuro corre sulla banda: le prospettive di sviluppo delle reti NGN”, ha individuato il futuro sviluppo “nell’ultra banda, nelle reti di nuova generazione in fibra ottica con capacità di trasmissione sopra i 50 Mbit/s”. Nell’illustrare le prospettive delle reti di nuova generazione nel nostro Paese, Calabro ha in particolare evidenziato l’importanza delle iniziative che si stanno muovendo a livello istituzionale locale (nella Regione Lombardia e nella Provincia autonoma di Trento), dove si stanno avviando autonomi progetti di realizzazione di infrastrutture di accesso in fibra ottica, in collaborazione con gli operatori di telecomunicazione. Progetti con cui si tenta di supplire alle carenze ed all’arretratezza che caratterizza lo sviluppo della fibra ottica nel nostro Paese, dove non è stato ancora predisposto un piano nazionale per le reti NGN. Come in Italia, anche nel resto dell’Europa si investe in maniera ridotta in fibra ottica, a differenza di quanto accade in Paesi come Stati Uniti, Giappone, India, Cina, Corea, Australia dove, ha spiegato Calabrò, l’investimento delle nuove reti viene visto, tra l’altro, come una strategia per superare l’attuale crisi economica. A suo giudizio, in Italia, lo sviluppo della fibra ottica può essere “in buona parte auto-sostenuto dal mercato se si sceglie il modello adatto, salvaguardando le regole di fondo e incentivando, al tempo stesso, gli operatori di telecomunicazione ad investire”. E, con soddisfazione, Calabrò ha sottolineato l’intenzione dei tre principali operatori alternativi di rete fissa di investire nella realizzazione di una rete in fibra ottica. E previsto, ad esempio, da parte di Telecom Italia spa il cablaggio delle principali città italiane ed inoltre dell’intero capoluogo lombardo in vista dell’Expo 2015. Iniziative diverse, ma accomunate dalla previsione di forme di investimento miste (pubblico-privato) e dall’attuazione del modello dello “switch-off”, che si basa sulla transizione di intere aree territoriali alla fibra ottica, in luogo della rete in rame, della quale si sta già constatando la saturazione, nonché la scarsa economicità ed affidabilità. “Il passaggio in blocco” – ha spiegato il Presidente dell’Agcom – semplifica le scelte progettuali e riduce i costi di realizzazione. Se invece la rete in fibra venisse ad affiancarsi alla rete in rame i costi sarebbero più alti e l’investitore avrebbe l’alea che i clienti, pur raggiunti dalla fibra, potrebbero decidere di rimanere connessi alla rete in rame. Eliminare questa incertezza è quindi fondamentale per il successo finanziario del progetto”. Tale modello presuppone: la disponibilità della società Telecom Italia spa, proprietaria della rete, a sostituire i doppini in rame con la fibra; la collaborazione fra gli operatori e fra gli operatori e le autorità locali, nonché l’intervento dell’Agcom, che dovrà svolgere un ruolo di controllo, propulsivo, nonché il compito di assicurare la concorrenza tra gli operatori e garantire la “fattibilità economica e tecnica della sostituzione della rete in rame con quella in fibra”, dal momento che “come per il rame, il prezzo e le condizioni di cessione all’ingrosso della fibra devono essere regolati dall’Autorità”. Calabrò ha, dunque, prefigurato un nuovo sistema di regole per la fibra ottica, che dovrà basarsi su quattro capisaldi, quali: la promozione della condivisione del rischio tra gli investitori, il riconoscimento in tariffa del risk premium per chi investe; la disciplina del passaggio dalla rete in rame alla fibra ed, infine, le condizioni tecniche ed economiche per l’accesso alla rete. (Daniela Asero per NL)