Il Movimento Difesa del Cittadino ricorda infatti come i servizi non richiesti rappresentino “la nuova emergenza nel campo delle TLC” mentre dall’Unione Nazionale Consumatori arriva la richiesta di introdurre sanzioni più severe per l’operato dell’Antitrust. Una richiesta, quella di maggiori risorse per l’Antitrust, sostenuta anche da Federconsumatori e Adusbef.
“Dopo il blocco dei servizi a sovrapprezzo su fisso, continuano le truffe sui telefoni cellulari a base di costosissimi loghi e suonerie. I servizi non richiesti sono ormai di casa sui cellulari: questa piaga rappresenta la nuova emergenza nel campo delle TLC da affrontare con la massima severità”: è quanto dichiara MDC commentando positivamente le multe comminate dall’Antitrust a Neomobile, Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3g per pratiche commerciali scorrette riguardanti un abbonamento settimanale per ricevere contenuti multimediali, tra cui suonerie.
“I minori – ricorda l’associazione – sono i maggiori consumatori di questo tipo di prodotti venduti in abbonamento. Troppi di loro rischiano di essere truffati e di finire vittima di ogni genere di profittatore”. Secondo l’ultimo rapporto del Dipartimento Junior del Movimento Difesa del Cittadino, “Baby Consumers e nuove tecnologie”, che contiene la prima indagine sull’uso del cellulare da parte di bambini e adolescenti, ben l’84% dei ragazzi tra gli 8 e i 15 anni ne possiede uno tutto suo. Il rischio maggiore, capitato una o più volte al 41,3% dei piccoli consumatori, “è quello di chiamare un numero per poi ritrovarsi abbonati a un servizio di download di loghi e suonerie, per altro piuttosto costoso, senza averlo richiesto e senza riuscire a eliminarlo”.
“Il business delle suonerie ammonta ogni anno a diverse centinaia di milioni di euro e bene ha fatto l’autorità a sanzionare le pratiche commerciali scorrette come quella di vendere abbonamenti settimanali per ricevere contenuti multimediali senza chiarire i costi e le modalità di fruizione – ha commentato il segretario generale dell’UNC Massimiliano Dona – Meno male che in Italia c’è un Antitrust che vigila e sanziona a dovere: guai a ridurne i fondi. E’ tempo ora di introdurre sanzioni più elevate e, soprattutto, commisurate al fatturato delle società destinatarie del provvedimento”.
“Perché le sanzioni arrivino a buon fine – commentano Adusbef e Federconsumatori – è necessario rendere maggiormente efficaci i dispositivi sanzionatori, dotando anche l’Antitrust di risorse e professionalità adeguate ed in grado di contrapporsi agli studi legali delle aziende”.