"A partire da oggi il mercato unico senza frontiere per gli operatori europei di telecomunicazioni e per i consumatori cessa di essere un mero sogno", ha dichiarato José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea dopo la riunione a Bruxelles di ieri che ha deciso per l’adozione della riforma del mercato unico delle telecomunicazioni.
"Le telecomunicazioni sono un settore in cui il mercato unico europeo può contribuire a conseguire risultati molto concreti per tutti i cittadini, in termini di maggior scelta e di prezzi più bassi, sia per la telefona mobile che per il collegamento a Internet a banda larga. Allo stesso tempo, un mercato unico di 500 milioni di consumatori offre nuove possibilità agli operatori di telecomunicazioni, a condizione che l’Europa contribuisca ad assicurare una concorrenza effettiva e l’uniformità delle regole del gioco”, ha puntualizzato Narroso. In pratica, i cittadini europei potranno beneficiare di servizi di comunicazioni di elevata qualità a prezzi non proibitivi, sia per la telefonia mobile, sia per l’accesso ad internet a banda larga, sia per la tv via cavo. Il "pacchetto di riforme delle telecomunicazioni" presentato ieri dalla Commissione al Parlamento europeo a Strasburgo, cambierà le norme UE del 2002 in materia di telecomunicazioni ed ha lo scopo di rafforzare i diritti dei consumatori, di ampliarne le possibilità di scelta rafforzando la concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni, di promuovere gli investimenti in nuove infrastrutture di comunicazione e di rendere più affidabili e più sicure le reti di comunicazione, in particolare per quanto riguarda spam, virus e attacchi informatici. Alla fine del 2005 la Commissione aveva lanciato una consultazione pubblica sulla necessità di una riforma delle norme UE in materia di telecomunicazioni in vigore dal 25 luglio 2003 e le riforme proposte oggi si basano sui risultati della consultazione.
Nello specifico, la riforma prevede:
– la possibilità per il consumatore di cambiare il suo operatore telefonico in un giorno, contro gli otto giorni attualmente necessari per la telefonia fissa e i cinque per la telefonia mobile (con punte di 30 giorni in Estonia);
– maggiore trasparenza sarà garantita dalla possibilità per gli utenti di avere a disposizione tariffe trasparenti e confrontabili sulla cui base effettuare la scelta del nuovo operatore. Attualmente, il 34% della popolazione europea ha grosse difficoltà nella scelta dell’operatore in quanto difficilmente si hanno a disposizione dati per la comparazione delle offerte;
– maggiore efficienza del numero unico europeo di emergenza (112): nel 2020 il 25% della popolazione europea avrà più di 65 anni e la riforma si prefigge lo scopo di rendere facilmente accessibili tutti quei servizi necessari non solo agli anziani ma anche per chi ha delle gravi malattie o handicap;
– garanzia di accesso ad alcuni numeri gratuiti in ogni parte d’Europa quando si ha la necessità di effettuare una chiamata da uno Stato membro all’altro. Attualmente, il consumatore all’estero in vacanza o per lavoro può avere problemi a contattare, ad esempio, un ente pubblico del suo paese o servizi di pre/post vendita;
– possibilità per le autorità nazionali di regolamentare il mercato con la separazione funzionale degli operatori di telecomunicazioni dominanti, al fine di rendere possibile l’accesso a nuovi operatori che possano offrire i loro servizi “alla pari” utilizzando le infrastrutture già esistenti. La Commissione non obbliga gli Stati membri ad adottare la misura della separazione funzionale ma saranno i singoli Stati a decidere se intervenire in questo senso dopo attente analisi di mercato;
– migliore gestione dello spettro radio, la spina dorsale dei servizi di comunicazione senza filo, per assicurare l’accesso alla banda larga anche nelle zone rurali dell’UE, dove in media solo il 72% della popolazione ha accesso alla banda larga e dove la costruzione di una nuova infrastruttura in fibra ottica sarebbe troppo costosa.
– autorità di controllo indipendenti: troppo spesso controllore e controllato conservano stretti legami e, in molti paesi, l’operatore dominante appartiene in parte al governo nazionale.
Per attuare in modo rapido ed efficace la riforma, la Commissione propone di creare un’Autorità europea del mercato delle telecomunicazioni con il compito di assicurare che i servizi di comunicazione importanti (banda larga, telefonia mobile a bordo degli aerei e delle navi e i servizi transfrontalieri per le imprese, roaming dei dati) siano disciplinati in maniera più uniforme nei 27 Stati membri. La nuova Autorità europea del mercato delle telecomunicazioni sarà una grossa, ma efficiente agenzia ( si prevede che saranno impiegate circa 130 persone) che lavorerà in stretto contatto con le autorità di controllo dei singoli Stati membri al fine di garantire l’indipendenza del mercato delle telecomunicazioni auspicato dalla riforma. Il nuovo ente combinerà in modo più efficace le funzioni di due organismi esistenti: il Gruppo dei regolatori europei (ERG) e l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA). L’ERG, costituito da 27 autorità di controllo dei singoli paesi dell’UE, ha fallito il suo obiettivo e non è riuscito ad ottenere risultati concreti a causa della sua composizione che, nonostante gli sforzi e le buone intenzioni, non ha consentito di definire una base unica di intervento. L’ENISA, a sua volta, sarà combinata con la nuova Autorità con un unico scopo, che è quello di garantire maggiori risorse all’ente costituito nel 2005 per il “network security” , in quanto attualmente non è abbastanza forte per intervenire sul mercato, sia in termini di operatività sia in termini di mandato. Soddisfatta Viviane Reding, commissaria europea responsabile delle telecomunicazioni, che ha dichiarato: "Le proposte di riforma delle telecomunicazioni presentate oggi mettono in primo piano i cittadini europei. Finora l’Europa ha realizzato importanti progressi aprendo i mercati delle telecomunicazioni a nuovi operatori e assicurando in modo progressivo una maggiore concorrenza. Tuttavia, gli operatori di telecomunicazioni dominanti, spesso ancora protetti dai governi nazionali, continuano a controllare segmenti di mercato determinanti, soprattutto per quanto riguarda la banda larga, il che limita la libertà di scelta dei consumatori. II 10% dei cittadini dell’UE continua a non disporre di accesso alla banda larga. Per guidare l’economia digitale europea sulla strada giusta sono perciò necessari nuovi diritti dei consumatori, una nuova dose di concorrenza, un sistema efficace di autorità di regolamentazione indipendenti del mercato delle telecomunicazioni, nuovi investimenti in infrastrutture competitive e più spazio per i nuovi servizi senza filo”. Ed aggiunge “Con le proposte di riforma presentate oggi, la Commissione va al cuore del problema: la frammentazione del mercato UE delle telecomunicazioni, che priva i consumatori europei dei vantaggi della concorrenza transfrontaliera in questo settore. È questa situazione che bisogna cambiare”. (G.M. per NL)