Il rapporto annuale rassicura sulla fusione Itedi-l’Espresso, conferma la crisi di vendite dei quotidiani, avvia una riflessione a largo raggio. Sky primo operatore tv.
La garanzia del pluralismo dell’informazione è tra le preoccupazioni principali dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Lo dimostrano i contenuti della Relazione annuale 2017 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro. La Relazione, pubblicata a luglio 2017, dedica particolare attenzione all’analisi della distribuzione della proprietà editoriale e delle quote di mercato in Italia.
La difesa del pluralismo è tradizionalmente fra le principali missioni dell’Autorità presieduta dal prof. Angelo Marcello Cardani. I risultati della recente analisi mostrano che il valore complessivo del SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), che comprende i vari media attivi sul mercato (la stampa quotidiana e periodica, l’editoria, le testate online, radio, televisione, cinema, il comparto pubblicitario) viene valutata in circa 17,1 miliardi di euro. La metà delle risorse (49,5%, pari a oltre otto miliardi di euro) si concentra nell’area dei media audiovisivi e radiofonici (anche su Internet). A seguire, c’è l’editoria quotidiana e periodica (comprese le agenzie di stampa) con il 24,4% (oltre quattro miliardi di euro).
In ambito televisivo e radiofonico, fa notare l’Agcom, riferendosi a dati del 2015, nessun gruppo editoriale realizza ricavi superiori al limite del 20%, stabilito dal TUSMAR (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici).
Nella graduatoria dei ricavi, il gruppo 21st Century Fox (Sky Italia, Nuova Societa Televisiva Italiana, Fox Networks Group Italy) risulta il primo operatore (15,4%), seguito da Fininvest (Mediaset, Arnoldo Mondadori Editore, Mediamond) (14,9%) e Rai (13,7%).
Per quanto riguarda la stampa quotidiana il settore è ancor in forte crisi, con un calo costante delle vendite. Ad esempio, La Repubblica, è scesa dalle 208.538 copie vendute a maggio 2016 alle 174.004 dello stesso mese del 2017. – Ma non desta allarme la recente operazione di integrazione di Itedi nel Gruppo Editoriale L’Espresso, che coinvolge i quotidiani La Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX. “Il nuovo gruppo, anche a seguito delle dismissioni contestualmente operate, verrebbe a detenere una quota, riferibile al 2016, al di sotto dei limiti” stabiliti dalla legge, scrive Agcom.
Da ricordare che la legge sorveglia la distribuzione delle risorse e la concentrazione della proprietà a livello nazionale. Ma cosa succede a livello regionale? Sarebbe interessante e utile ai fini di garantire il pluralismo, verificare l’abuso di posizione dominante anche a livello regionale.
Agcom ha avviato una riflessione sul tema della diffusione e della condivisione di notizie false (fake-news) e la disinformazione. La riflessione si svolge attraverso dibattiti, workshop e un’indagine conoscitiva sulle piattaforme digitali e il sistema dell’informazione. I risultati saranno resi noti nel corso dell’anno. Il tentativo è quello di affrontare i problemi attraverso il dialogo tra gli attori del settore (gestori delle piattaforme, federazioni rappresentative di agenzie o testate nazionali, servizi di media audiovisivi), ispirandosi agli approcci della cosiddetta soft regulation (‘regolazione non invasiva’) adottata negli Stati Uniti, in Germania e in Francia.
Sul versante della tutela dei diritti individuali, l’Autorità ha deciso di aggiornare il Libro Bianco Media e Minori, per rispondere alle nuove emergenze normative e regolatorie dei media digitali e all’insorgere di nuovi preoccupanti fenomeni come l’hate speech ed il cyberbullismo. (E.G. per NL – fonte Ossigeno per l’informazione)