Iliad si è aggiudicata il lotto riservato in Banda 700 MHz per un importo pari a 676.472.792,00 euro.
Il 10/09/2018 è scaduto il termine per la presentazione delle offerte economiche per la procedura di assegnazione delle frequenze per il 5G.
Cinque società hanno presentato le offerte economiche iniziali, mentre le società Linkem SpA e Open Fiber SpA, che pure erano state ammesse alla procedura, non hanno presentato offerte.
L’ammontare totale delle offerte iniziali presentate dagli operatori è stato pari a 2.481.002.804,00 euro. Le offerte sono state presentate da Iliad Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Wind 3 S.p.A., Vodafone S.p.A. e Telecom Italia S.p.A.
Dall’esame delle offerte iniziali è risultato che la sola società Iliad Italia S.p.A., in qualità di remedy taker come definito dalla delibera 231/18/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha presentato offerta per il lotto riservato in Banda 700 MHz per un importo pari a 676.472.792,00 euro. La procedura di gara per tale lotto deve intendersi, quindi, conclusa con la conseguente aggiudicazione alla società Iliad Italia S.p.A. di tale blocco di frequenze.
Nessuna offerta iniziale alla data odierna risulta essere stata presentata dagli operatori per la banda 700 SDL, nonché per il blocco specifico in banda 3600 -3800 MHz.
Alle ore 11.00 di giovedì 13/09/2018 partirà, sempre in seduta pubblica, la fase dei miglioramenti competitivi.
Nel merito della questione, ricordiamo che l’11/07/2018 il Ministero dello Sviluppo Economico aveva avviato la procedura di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica in larga banda mobili terrestri bidirezionali nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz.
Le frequenze in banda 700 MHz (694-790 MHz) saranno assegnate il 01/07/2022 mentre quelle in banda 3,6-3,8 GHz, 26,5-27,5 GHz, entro il 31/12/2018.
Relativamente alla segnalazione trasmessa dall’Agcom al Governo, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, lett. c), n. 1) della legge 249/1997 in data 17/07/2018, sulla necessità di rivedere la ripartizione dei diritti d’uso residuali agli operatori di rete nazionali e locali nella direzione di integrare i primi sottraendo uno o due canali ai secondi, il ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio, audito a fine luglio alla Commissione Trasporti della Camera a riguardo delle linee programmatiche in materia di poste e telecomunicazioni, aveva confermato di aver “analizzato con grande attenzione” il tema.
Di Maio aveva poi aggiunto che il MiSE “istituirà un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti interessati al fine di assicurare che il percorso di trasformazione del sistema radiotelevisivo e il trasferimento delle frequenze nella banda 700 MHz avvenga senza ritardi rispetto alle scadenze stabilite, assicurando gli obiettivi di bilancio ma nel contemperamento delle esigenze legittime di tutti gli attori coinvolti”.
In tale ambito, Di Maio ha spiegato che il suo dicastero vuole “procedere ad una complessiva spectrum review diretta a migliorare l’allocazione ed utilizzo dello spettro anche al fine di reperire ulteriori risorse finanziarie per il bilancio pubblico. Risulta infatti che diversi soggetti pubblici (in primis il Ministero della Difesa e quello degli Interni) e privati utilizzino diverse parti dello spettro in modo non ottimale”.
Ad esempio nella banda 3.4-3.6 Ghz ci sarebbe una ampia parte di spettro di rilevante interesse commerciale occupata dal Ministero della Difesa e di cui potrebbe essere ottenuta la “liberazione” al fine di destinarla ad un’ulteriore gara con possibile introito di risorse significative per il bilancio pubblico. (E.G. per NL)