Conquistare il 15% del mercato mobile italiano attraverso una politica di prezzi bassi e vendita solo online: questo è l’obiettivo di Xavier Niel (foto), patron di Iliad, che presto debutterà in Italia con il suo operatore mobile Free a seguito dell’acquisizione di alcuni asset di Wind e Tre, condizione imposta dall’antitrust per autorizzarne la fusione.
Nel frattempo, la compagnia d’oltralpe ha già mosso i primi passi sul suolo del bel paese fondando, secondo quando riporta Radiocor Plus, due società: Iliad Holding Spa e Iliad Italia Spa, di cui la seconda controllata al 100% dalla prima; amministratore delegato di entrambe è Cyril Poidatz, attualmente presidente del consiglio di amministrazione della controparte francese Iliad Sa. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, lo statuto di entrambe le nuove società, che avranno sede a Roma, prevede “l’installazione, lo sviluppo e la gestione di apparati e impianti fissi e mobili, inclusi stazioni radio, antenne, collegamenti per comunicazioni per fornire gestire, e commercializzare senza restrizioni di natura territoriale, servizi di comunicazione”; oltre a questo, è previsto anche lo svolgimento di “attività connesse o strumentali, ivi incluse attività editoriali, pubblicitarie, di information technology, online e multimediali e in generale attività commerciali, finanziarie, immobiliari”. Ciò che ha fatto discutere molto sull’imminente arrivo di Iliad nel nostro paese è la sua politica del low cost nota per aver stravolto il mercato francese; basti pensare che nel 2012, quando Free mobile nasceva, il settore aveva un’Arpu (guadagno medio per utente) di circa 40 euro, oggi dimezzato a 20; la situazione di partenza è però diversa in Italia, dove l’Arpu si attesta al di sotto dei 12 euro e proprio a causa della continua guerra sui prezzi che gli operatori combattono ormai da diversi anni, fattore che produce pareri molto discordanti su quale possa essere l’effettivo impatto sul mercato. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, ad esempio, “la capacità di Iliad di essere dirompente è limitata nel breve termine” proprio a causa dei prezzi già bassi praticati dai concorrenti; di tutt’altro avviso sono invece gli analisti di BNP Paribas, i quali fanno notare come l’offerta mobile a minor prezzo in Italia costi 7 euro, con una media dei prezzi che si aggira invece intorno ai 9 euro: dunque se Free lanciasse un forfait a due euro per ampliare i servizi dell’abbonamento (come fatto in Francia) riuscirebbe ad attirare molti utenti. In ogni caso, al netto delle speculazioni, l’unica certezza è che gli altri tre operatori del settore avranno un anno circa di tempo per prepararsi all’arrivo del nuovo concorrente oltre che a sopportare il peso che avrà la perdita delle entrate extra del roaming a pagamento, in via di abolizione per il prossimo giugno. (E.V. per NL)