Il Governo ha bisogno di soldi e per ottenerli pensa di proporre al Parlamento l’inserimento nella nuova legge di bilancio di una delega legislativa per la predisposizione di una asta competitiva per l’assegnazione di frequenze per il potenziamento della telefonia 4G.
Le reti mobili, nelle aree urbane, sono infatti ormai al limite della sostenibilità di un traffico esponenzialmente aumentato negli ultimi due anni (soprattutto a causa della fruizione di servizi audio-video) e l’imminente lancio di tariffe sostanzialmente flat (nel senso di limite di download difficilmente raggiungibile da parte della maggioranza dell’utenza) da parte di quasi tutte le compagnie telefoniche e la prossima diffusione delle auto interconnesse impone un notevole aumento della capacità trasmissiva che non può attendere oltre. Di qui l’idea di unire l’utile al dilettevole attraverso un’operazione che potrebbe portare nelle casse dello Stato una cifra compresa tra 0,7 e 1 mld di euro. L’asta per i 4G sarà anticipatoria del processo di liberazione frequenziale per lo sviluppo, da un lato, della tecnologia 5G e, dall’altro, dell’LTE broadcasting, previsti rispettivamente per il 2020 e 2022. (M.L. per NL)