Il deputato Michele Gubitosa (M5S) ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio (101-bis) che mira a ridurre i contributi per la concessione dei diritti di uso delle frequenze licenziate, a favore dei piccoli e medi operatori delle tlc.
“Il costo delle frequenze punto punto provoca una distorsione del mercato. Il meccanismo di sconto sulle quantità, secondo il quale più clienti un operatore ha e più sconto ha sulle frequenze, provoca una differenza del 400% tra il contributo amministrativo pagato da un piccolo operatore e quello pagato da un grande utilizzatore dello stesso identico bene pubblico”, spiega Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, ente associativo che ha promosso l’emendamento poi presentato da Gubitosa. Che sottolinea: “A questo si aggiunge un altro aspetto preoccupante, i contributi amministrativi risultano i più alti d’Europa, ben 10 volte maggiori di quelli richiesti per altri Paesi”.
L’emendamento 101-bis
L’emendamento alla Legge di Bilancio presentato dal deputato Michele Gubitosa mira a ridurre il contributo per le frequenze licenziate, per le imprese che erogano il servizio a utenti finali in numero pari o inferiore ai 50mila. In particolare, ecco come si divideranno i costi delle frequenze, secondo l’emendamento:
“1) Euro 2 per ogni MHz nella gamma di frequenza superiore ai 14 Ghz. 2) Euro 4 per ogni MHz nella gamma di frequenza tra un valore pari o inferiore a 14 Ghz e un valore pari o superiore a 10 GHz; 3) Euro 8 per ogni MHz nella gamma di frequenza tra un valore inferiore 10 GHz e un valore pari a 6 GHz; 4) Euro 16 per ogni MHz nella gamma di frequenza inferiore a 6 GHz.”
101-bis misura necessaria
“Speriamo che le forze politiche siano pronte ad appoggiare questo emendamento che ha già incontrato il favore non solo degli operatori, ma anche di authority, come Agcom. Si tratta di una misura necessaria, ancora più oggi, in un momento delicato del Paese che ha bisogno, sia lato aziende che privati, di più digitalizzazione”, continua Bortolotto.
Rivoluzione del mercato tlc
Secondo Assoprovider, se l’emendamento passasse si assisterebbe a una vera rivoluzione del mercato delle tlc in Italia, favorendo i piccoli e medi player che potranno offrire una connessione di maggiore qualità nelle cosiddette aree a fallimento di mercato.
Potrebbero altresì essere creati nuovi posti di lavoro e salvaguardati gli esistenti, risolvendo in una sola volta tanti problemi del comparto, tra cui quelli delle aziende produttrici di apparati che oggi non riescono a venderli a terzi, proprio a causa della soglia alta dei contributi.
La richiesta a Patuanelli
Lo scorso mese, l’associazione aveva già inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, chiedendo l’estensione dello sconto del 75% sull’uso delle frequenze, anche agli operatori con meno di 50mila utenti.
“Chiediamo al Ministro di intervenire urgentemente per rendere un bene pubblico le frequenze licenziate che sono uno strumento realmente disponibile per combattere il digital divide e per porre fine alla enorme distorsione alla concorrenza tra grandi operatori nazionali e piccoli operatori locali”, conclude l’esponente di Assoprovider. (E.L. per NL)