Sembra proprio che tra i finanziatori del piano di Enel Open Fiber per la banda ultralarga, che potrebbe arrivare a valere 4 mld di euro, potremmo presto annoverare anche la Banca europea per gli investimenti.
“La banda larga è uno dei settori prioritari di intervento della Bei – ha recentemente dichiarato il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco – “Abbiamo già finanziato diversi progetti in Italia, anche quelli di Telecom. Ci sono contatti, ma al momento è ancora prematuro parlarne. Vediamo come sarà la struttura finanziaria dell’operazione che sta progettando Enel e poi decideremo”. Il piano di investimenti di Enel Open Fiber ammonta per le aree A e B, rispetto alle prime 224 città, a 2,5 mld. Ma può tranquillamente raggiungere i 4 mld di euro se si sommano quelli per le aree C e D e le coperture delle aree B residue. Il piano della newco di Enel prevede che l’operazione sia alimentata per un terzo con equity e per due terzi con la leva finanziaria, e proprio in questo quadro rientra l’eventuale impegno della Bei. Nel frattempo, pochi giorni addietro, si sono diffuse vari rumors sull’eventuale uscita di F2i dal capitale di Metroweb con la cessione della propria quota a Enel Open Fiber. A lanciare la voce era stata l’agenzia Mf Dow Jones, secondo cui la decisione del fondo trainato da Renato Ravanelli sarebbe già stata comunicata ai vertici di Enel e a quelli della newco. Ma a poche ore dalle indiscrezioni di stampa già ampiamente diffuse, è giunta una nota di smentita del Fondo firmata dall’AD Ravanelli: “Nessuna decisione è ancora stata assunta da F2i né per quanto concerne la cessione della maggioranza di Metroweb detenuta dal Primo Fondo, né per quanto attiene all’eventuale investimento del Secondo Fondo nel nuovo progetto nazionale di cablatura delle aree A e B e, attraverso gare, delle aree C e D”. In definitiva è attesa a giorni una decisione in merito, vista la scadenza dell’offerta esclusiva di Enel fissata al 3. Secondo numerose voci in circolazione, il 53,8% attualmente detenuto da F2i in Metroweb passerà di mano per un valore che dovrebbe essere calcolato sulla base dell’offerta da 816 mln di euro avanzata dalla società guidata da Francesco Starace per l’intero capitale della compagnia milanese e ritenuta dagli azionisti di Metroweb più vantaggiosa di quella di Telecom Italia. In soldoni, circa 440 mln di euro. L’obiettivo prefissato da Enel (fondere Metroweb ed Eof) passerà dunque per l’uscita definitiva del fondo. Accantonata la seconda ipotesi, ossia un aumento di capitale tramite il quale Enel avrebbe diluito la partecipazione di F2i fino a una quota vicina al 25%. L’offerta esclusiva di Enel scade il 3 luglio, ma non si esclude una proroga utile a sciogliere anche il nodo Fastweb. La società è difatti socio di Metroweb al 10,6% con una clausola di lock up a scadenza 2017, ma potrebbe concordare il passaggio di mano in cambio di un inserimento negli accordi già siglati da Enel con Wind e Vodafone. Per quanto concerne il nodo delle città già cablate da Fastweb, l’A.d. di Enel Open Fiber Tommaso Pompei avrebbe ricevuto dalla società controllata da Swisscom la richiesta di tariffe agevolate sulle linee secondarie, ossia quelle che collegano l’armadio alla sede fisica del cliente. (S.F. per NL)