Come avevamo preannunciato un anno fa, dal 31/03/2018 tutte le automobili vendute in UE dovranno disporre dell’eCall, cioè del sistema che inoltra le chiamate di emergenza in modo automatico in caso di incidente stradale.
Lo ha stabilito l’Unione Europea con un provvedimento legislativo del Parlamento europeo che obbligherà dall’anno prossimo i produttori ad installare la chiamata di soccorso automatizzata sulle vetture (nessun obbligo di installazione su quelle vecchie) per migliorare la sicurezza stradale negli stati del vecchio continente. Nel futuro immediato avremo quindi le auto interconnesse e rintracciabili dai mezzi di soccorso (il numero di emergenza europeo è il 112) grazie al GPS anche in caso di incoscienza del conducente. La normativa sul sistema di sicurezza è compatibile con la tutela sulla privacy, posto che il sistema di bordo sarà attivo solo in caso di incidente stradale e i servizi d’emergenza riceveranno solo i dati essenziali per il soccorso, come il tipo di veicolo, il combustibile utilizzato, il momento del sinistro stradale, la posizione esatta e il numero di passeggeri (è in fase di discussione l’eventualità di estendere il provvedimento anche ad autobus, camion ed altri mezzi di trasporto). Si tratta del primo importante passo verso l’interconnessione piena delle vetture, che, secondo i management delle compagnie telefoniche, sarà a regime in Italia entro il 2020, anche grazie alla diffusione di connessioni wi-fi gratuite lungo le principali arterie stradali europee (quale estensione dell’altro provvedimento UE che vuole la connessione gratuita in tutti i luoghi pubblici). Lo sviluppo delle connessioni in mobilità sta incentivando lo sviluppo dell’ibridazione della radio, come scriviamo da mesi a queste parte. In tal senso sono da iscrivere le numerose iniziative presentate in queste ultime settimane, quali la nascita del Digital Radio Group, operatore sovralocale per la radiofonia numerica trasversale (DAB+, RadioDNS, DTT, IP), della prima piattaforma tricolore aggregatrice di flussi streaming FM-World della 22HBG, l’arrivo in Italia di Radio Player (soluzione sotto il cappello EBU per la radio ibrida, anche se pure TuneIn starebbe lavorando su ipotesi estensive del proprio core business). Ad incentivare la radio IP sulle quattro ruote anche il prossimo arrivo di Free Mobile, l’operatore francese che rileverà le torri in eccedenza della fusione Wind-3 che lancerà le proprie offerte low cost (pare 15/20 euro mese) senza limiti di GB. (M.R. per NL)