Sarà la francese Iliad, secondo quanto diffuso da diversi organi di stampa, a mettere le mani sugli asset di Wind-3 consistenti in antenne e frequenze in eccedenza, oltre che ad un accordo sul roaming della durata di cinque anni (rinnovabile ad altri cinque) per riuscire a lanciare il proprio operatore, Free mobile, immediatamente in tutta Italia.
La cessione di alcuni asset era la condizione dettata dall’Antitrust europea per consentire la fusione fra Wind e Tre, in modo da non ridurre il numero di operatori del settore da quattro a tre, cosa che, in Austria e Germania, ha comportato un aumento dei prezzi. Così i francesi hanno avuto la meglio nel testa a testa con Fastweb, mettendo sul piatto un’offerta che, stando al quotidiano francese Les Echos, ammonterebbe a circa 1,5 mld di euro di cui 450 mln solo per l’acquisizione di un portfolio di frequenze 3G/4G di 2x35MHz equilibrato (2x5MHz nei 900MHz, 2x10MHz nei 1800MHz, 2x10MHz nei 2100MHz e 2x10MHz nei 2600MHz); oltre a questo, i francesi si impegnano ad acquisire migliaia di siti nelle zone urbane (cioè dove è più difficile crearne di nuovi) con la possibilità di sottoscrivere accordi con l’operatore derivante dalla fusione Wind-3 per le aree rurali, con il quale, come già detto, avrà anche un accordo di roaming 2G, 3G e 4G. Iliad ha spiegato come la spesa da sostenere sarà finanziata “da una significativa liquidità del gruppo”, che ad oggi ammonterebbe a 2,5 mld circa. Xavier Niel, fondatore e principale azionista della società, ha fatto inoltre sapere che metterà in vendita, nelle prossime settimane, la sua quota in Telecom che ammonta al 15% circa (rendendolo potenzialmente il secondo azionista) in quanto, a suo avviso, “non sembra saggio essere presente, anche indirettamente, con due operatori nello stesso paese”. Salvo ulteriori ritardi, il verdetto dell’Antitrust dovrebbe arrivare per l’8 settembre e, in caso arrivi l’ok per la fusione, l’operazione con i francesi diventerebbe realtà. Occhi ben aperti, dunque, sul settore telefonica mobile: in Francia, infatti, Free mobile è entrata nel mercato con offerte a due euro che, secondo alcuni analisti, hanno letteralmente “ucciso il mercato lasciando solo le briciole per gli operatori etnici”; un comportamento così aggressivo, potrebbe essere particolarmente catastrofico in un mercato mobile come quello italiano, nel quale ci sono ben pochi margini (che è poi il motivo che ha spinto Wind e Tre a cercare la fusione) e che, nel 2015, ha avuto un Arpu di 12 euro, contro i 16 della Francia. Sono invece ottimisti gli analisti di Mediobanca Securities, i quali sostengono che, nonostante il nuovo operatore, ci saranno vantaggi per gli operatori attualmente esistenti visto che “Tim e Vodafone potranno cogliere l’occasione di differenziare la loro offerta, grazie a una copertura 4G best-in-class e una ben definita strategia sulla fibra. Telecom Italia, in particolare, potrebbe accelerare sul quad-play, grazie al forte legame con Premium” derivante dall’operazione con Vivendi. (E.V. per NL)