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Alcuni ricercatori di Disney Research avrebbero trovato un’alternativa alle onde radio, sfruttando l’emissione elettromagnetica di Tv, smartphone e radio.
“La nostra idea – ha precisato il direttore di laboratorio Alanson Sample – è riutilizzare le emissioni che sono intorno a noi come mezzo per trasmettere dati, un po’ come inviare increspature nell’acqua di uno stagno”. La scoperta potrebbe risolvere uno dei principali problemi dei dispositivi IoT, cioè la grande quantità di energia necessaria per trasmettere i dati dei sensori interni con le onde radio, a tal punto che la funzionalità di questi oggetti spesso viene compromessa proprio dalle dimensioni delle batterie. L’obiettivo dello studio è arrivare ad utilizzare piccole celle solari e alimentare i sensori solo con le fonti radioelettriche già presenti nell’ambiente circostante (si parla di distanze circa di 20-50 metri): un principio già sfruttato nel caso dei tag RFID per trasmettere i dati verso l’antenna del ricetrasmettitore. “L’uso di Universal Backscatter Readers consente ad una rete di nodi ultra-low power di operare su portatori ambientali fino a 80dBm, situazione tipica indoor di case e uffici – si legge sul sito ufficiale del progetto – Per la prima volta abbiamo dimostrato l’utilizzo simultaneo di 17 sorgenti di segnali ambientali per ottenere una comunicazione node-to-reader a distanza di 50 metri e con velocità di trasmissione fino a 1 kbps”. (M.R. per NL)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]