Tlc. 5G e connected car rischiano ritardo: UE vs governi nazionali su durata diritti uso frequenze

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La proposta della Commissione Europea per portare almeno a 25 anni, rispetto agli attuali 15-20, la durata delle licenze d’utilizzo dello spettro radio ha ricevuto un secco no dall’Estonia. Negazione che ora rischia di rallentare anche i piani di sviluppo del 5G, che potrebbe riverberarsi sullo sviluppo delle connected car (che a sua volta si riflette sullo sviluppo di altri comparti, come per esempio quello dei servizi agli automobilisti via web, tra cui la radio ibrida, attraverso il car play).
In realtà, l’iniziativa di Bruxelles per la riforma del settore Tlc ha riscosso pareri contrari non solo dal paese baltico, ma anche da diversi altri paesi europei.
Senza la riforma proposta dalla Commissione, l’obiettivo 5G rischia di essere più lontano – ha sottolineato il portavoce dell’Etno (acronimo di Europe’s telecommunications network operators) Alessandro Gropelli – Per poter lanciare servizi in tutta Europa, le telco hanno bisogno di norme armonizzate che facilitino gli investimenti. Il successo delle auto connesse, dell’IoT e di molti altri settori dipende dalla capacità dell’UE di raggiungere l’obiettivo 5G”.ETNO banner 1 300x88 - Tlc. 5G e connected car rischiano ritardo: UE vs governi nazionali su durata diritti uso frequenze
Il prolungamento delle concessioni aveva l’obiettivo di ridurre i tempi della burocrazia andando incontro alle esigenze degli operatori che chiedono deregulation e basi d’asta più basse. La tematica, fra le più dibattute nei palazzi delle istituzione dell’Unione, sta dando vita ad una vera e propria battaglia tra la Commissione da una parte ed un nutrito gruppo di paesi capeggiati da Italia e Germania dall’altra.

La prima vuole incentivare gli investimenti dei privati nel mercato per rilanciare l’economia del settore e facilitare i piani industriali con un’armonizzazione legislativa: le differenze tra stato e stato creano non solo confusione e disparità sulle regole, ma anche e soprattutto una perdita di competitività nei confronti delle company concorrenti targate Usa.
Dall’altra parte, invece, ci sono i governi che vogliono mantenere la gestione delle frequenze per massimizzare i profitti, determinanti anche nei bilanci statali, nelle aste per la cessione degli spettri. Le authority nazionali continuano ad essere contrarie a creare un single european telecoms market e concedere il controllo delle gare ad un’entità politica sovranazionale.  In attesa del discorso di Juncker sullo Stato dell’Unione che si terrà il 13 settembre al Parlamento Europeo, proseguono le negoziazioni nonostante la netta bocciatura del programma di rinnovamento portato avanti dalla Commissione.
Ancor più importante sarà seguire il vertice digitale di Tallinn in programma il 29 settembre nel quale si parlerà dei progetti di innovazione digitale. E c’è da scommetterci che proprio nel meeting estone torneranno alla ribalta frequenze e 5G. (M.R. per NL)

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