(Milano Finanza.it) – Tiscali segna un +43% teorico a quota 0,2154 euro.Ieri ha perso quasi la metà del suo valore dopo l’annuncio del fallimento delle trattative per la cessione delle attività in Gran Bretagna e la richiesta di sospensione del pagamento degli interessi sul debito in vista di un nuovo piano industriale e finanziario.
"Il rimbalzo è guidato da un po’ di ricoperture e da chi scommette nella sopravvivenza della società", dice un trader. Gli analisti si interrogano sul fatto che Tiscali, che aveva appena rinegoziato i debiti con le banche, il 70% (400 milioni su 556 milioni) con scadenza al 2014, ha scoperto di non avere più nemmeno i soldi per pagare gli interessi. "Crediamo che a questo punto la rinegoziazione del debito con le banche (JP Morgan e Intesa Sanpaolo i principali finanziatori, ndr) non possa prescindere da un aumento di capitale, ma siamo altresì convinti che Renato Soru (nella foto, ndr), il principale azionista con il 20,093% del capitale, non sia in grado di garantire la sottoscrizione di una cifra consistente", sottolinea un analista di una sim milanese. Se Tiscali decidesse un aumento di capitale da 300 milioni di euro, il debito netto si ridurrebbe quasi della metà e sarebbe pari a 2,2 volte l’Ebitda previsto nel 2009, prima delle svalutazioni dei crediti inesigibili. Ciò però obbligherebbe Renato Soru a sborsare circa 60 milioni di euro per non diluire la sua quota del 20,093%. Un impegno forse eccessivo e allora è probabile che l’azionista di maggioranza venga costretto a cedere il controllo della società in cambio della ristrutturazione. Su questo forse sta scommettendo oggi il mercato, in attesa che l’Isp sardo definisca, come già previsto, un nuovo piano industriale.
"Il rimbalzo è guidato da un po’ di ricoperture e da chi scommette nella sopravvivenza della società", dice un trader. Gli analisti si interrogano sul fatto che Tiscali, che aveva appena rinegoziato i debiti con le banche, il 70% (400 milioni su 556 milioni) con scadenza al 2014, ha scoperto di non avere più nemmeno i soldi per pagare gli interessi. "Crediamo che a questo punto la rinegoziazione del debito con le banche (JP Morgan e Intesa Sanpaolo i principali finanziatori, ndr) non possa prescindere da un aumento di capitale, ma siamo altresì convinti che Renato Soru (nella foto, ndr), il principale azionista con il 20,093% del capitale, non sia in grado di garantire la sottoscrizione di una cifra consistente", sottolinea un analista di una sim milanese. Se Tiscali decidesse un aumento di capitale da 300 milioni di euro, il debito netto si ridurrebbe quasi della metà e sarebbe pari a 2,2 volte l’Ebitda previsto nel 2009, prima delle svalutazioni dei crediti inesigibili. Ciò però obbligherebbe Renato Soru a sborsare circa 60 milioni di euro per non diluire la sua quota del 20,093%. Un impegno forse eccessivo e allora è probabile che l’azionista di maggioranza venga costretto a cedere il controllo della società in cambio della ristrutturazione. Su questo forse sta scommettendo oggi il mercato, in attesa che l’Isp sardo definisca, come già previsto, un nuovo piano industriale.