L’indiscrezione era uscita allo scoperto appena un paio di settimane or sono, ma da tre giorni la notizia ha trovato riscontri ufficiali. Il gigante dell’informazione finanziaria canadese, Thompson, ha acquisito l’agenzia all news britannica Reuters, anch’essa tra i massimi esponenti mondiali del settore. L’operazione si aggira intorno agli 8,7 miliardi di sterline (circa 12,8 miliardi di euro) e prevede che ciascun azionista di Reuters riceva, in cambio, 352,5 pence e 0,16 azioni Thompson per ogni azione Reuters di sua proprietà. Con la creazione di questo mostro a due teste, la Thompson si è assicurata (secondo quanto sostenuto da analisti ed esperti di mercati azionari) la leadership mondiale sul mercato dell’informazione economico-finanziaria, toccando il 34% della quota totale di mercato, così superando di un solo punto percentuale la Bloomberg, società di proprietà dell’attuale sindaco di New York. Questo maxi-affare, comunque, lancia un messaggio ben preciso ad un altro dei grandi ricchi d’America (americano non di nascita, ma di business), Rupert Murdoch, ultimamente impegnato a sondare il territorio per l’acquisto della Dow Jones, società che edita il “Wall Street Journal”, nonostante l’apparente contrarietà della famiglia storica che ne gestisce le sorti (pur avendo una quota azionaria sempre minore, ma controllando gran parte del CdA), i Bancroft. Con questo segnale la Thompson lancia un monito al magnate australiano: il mercato dell’informazione finanziaria ha già i suoi squali. (Giuseppe Colucci per NL)