“Il Tg1 è la Cnn italiana”, sostiene Gianni Riotta (foto), direttore del primo telegiornale italiano, nel presentare quella che sarà la nuova struttura del notiziario. Sia dal punto di vista grafico che da quello dei contenuti. Dal prossimo lunedì, infatti, vedremo il Tg1 in una veste nuova, più “virtuale”: via la vecchia struttura dello studio, il conduttore avrà alle spalle una serie di monitor al plasma, con un tavolo più lungo e tre sedie, delle quali una riservata agli ospiti che saranno chiamati a commentare le notizie. Per la prima volta in un tg. Anche le telecamere saranno in numero maggiore ed utilizzate in maniera differente: il conduttore, che nei piani di Riotta avrà un ruolo più partecipe rispetto alle notizie, potrà essere inquadrato con diverse angolazioni. Persino da dietro. Il pavimento dello studio, anch’esso in versione “virtuale”, avrà un colore differente a seconda dell’orario del tg. Infine, per quel che concerne la sezione grafica, nuovo logo e persino nuova sigla, che manderà in pensione quella storica, destinata agli annali della tv.
Capitolo contenuti. “Vogliamo che il conduttore sia più giornalista e che conduca più interviste in diretta” – afferma il direttore – “deve condurre le notizie e non essere condotto dalle notizie”. E poi promette una trasformazione dell’informazione, in modo che questa vada ad indirizzarsi più alla gente e meno al palazzo. Anche questa conseguenza dell’effetto-Grillo? No, a giudicare dalle parole di Riotta: “Se continuiamo a dare della politica quella rappresentazione stiamo reclutando pubblico e ascolto per Grillo e l’antipolitica. Il nostro compito non è cambiare la politica e l’Italia ma dare informazioni trasparenti”. A ciascuno il suo. (Giuseppe Colucci per NL)