Sta succedendo qualcosa nel Tavolo Editori Radio? Rumors giunti a NL riferiscono di pesanti frizioni verificatesi in occasione dell’ultimo cda a riguardo della nuova indagine d’ascolto.
Il tema, manco a dirlo, sarebbe il controverso metodo di rilevazione CATI, che da 50 anni si fonda sulle ormai evitate da tutti interviste telefoniche. Tra i soci del TER, secondo le indiscrezioni che sono giunte in redazione, qualcuno (di un certo peso) non ci starebbe più a proseguire anche per il 2022 con un modello di rilevazione anacronistico ed incompatibile con la somministrazione istantanea di dati fornita dai competitor pubblicitari della Radio.
Il mercato aspetta risposte
Sul fatto che la Radio (in generale, ma in particolare italiana) stia vivendo un momento delicatissimo, abbiamo speso molti articoli. Tuttavia è innegabile che il mercato pubblicitario attenda dagli editori delle risposte concrete. Proposte che vadano oltre comunicati tanto enfatici quanto basati su valutazioni pressoché autoreferenziali.
Total credibilità
La Radio deve recuperare quella credibilità che le spetta di diritto. Ma per farlo deve andare oltre rilevazioni che appaiono sempre meno credibili, virando in maniera netta verso il modello della Total Audience.
Aggregazione di metodologie
Se non si vuole abbandonare il metodo CATI del TER, che almeno il relativo dato divenga parte di una super valutazione terza che tenga conto anche di altre rilevazioni, come quelle eterogenee IP e quelle Auditel (posto che la tv è ormai consolidata come carrier radiofonico), analizzando e normalizzando l’intero ecosistema di veicolazione della Radio.
Spotify ha gettato il dado
Solo così il mezzo radiofonico potrà competere con player dell’Audio digitale come Spotify. Che hanno apertamento dichiarato guerra alla Radio sul suo mercato pubblicitario.