Tempo di politica, tempo di Wikidemocracy.org

Il sistema Wiki al servizio della partecipazione politica dal basso


Dopo la famosa Wikipedia e dopo il successo di Nonciclopedia, compare in Rete un nuovo ambiente collaborativo che utilizza il sistema Wiki. Si tratta di Wikidemocracy.org e questa volta l’oggetto della piattaforma abilitante alla scrittura partecipata è la politica. L’obiettivo è quello di far sapere ai politici cosa pensano gli elettori della Rete, fino a giungere ad un ribaltamento: da programmi proposti dai candidati a programmi proposti ai candidati. La filosofia che anima l’iniziativa è che se, nell’immediato, non è ipotizzabile la scomparsa dei partiti, allora occorre aumentare la partecipazione dal basso, usando gli strumenti che sono propri della Rete: «WikiDemocracy nasce per portare ai candidati le proposte programmatiche del “popolo della rete”». Operativamente tutto questo avviene attraverso un’organizzazione in aree, una per ogni partito rappresentato in Parlamento o in competizione elettorale, nonché un’area per ciascuna consultazione regionale e comunale (limitatamente ai capoluoghi di provincia). Su Wikidemocracy.org non sono ammesse censure ed è promossa una partecipazione responsabile che valorizza ogni singolo elettore della Rete: «l’utente registrato è l’elemento portante di Wikidemocracy». In fase di registrazione, questi sceglie il partito al quale fare delle proposte di programma e viene abilitato a modificare il wiki di quel partito. Altre figure, come quelle dei coordinatori, dei moderatori e degli esperti conoscitori, hanno il compito di facilitare il consolidamento di proposte per i programmi elettorali di ogni partito e, una volta ottenuto un insieme di documenti (uno per ogni partito), organizzare un evento pubblico in cui i redattori presentino queste istanze ai partiti di riferimento (ciascuno al proprio partito). I quattro fondatori di Wikipedia dichiarano di non essere legati né al sistema partitico né a un determinato centro di potere e di non avere in comune nient’altro che l’idea che «la democrazia diretta passa per Internet». Grazie ad un fitto passaparola, dentro e fuori dalla Rete, a poca distanza dalla sua pubblicazione, il Wikidemocracy.org sta ricevendo centinaia di iscrizioni ed è stato segnalato a tante redazioni giornalistiche e televisive. Secondo i suoi autori, dai log degli accessi, risulta che le segreterie dei partiti tengono d’occhio quotidianamente ciò che sta avvenendo nell’ambito di questo esperimento italiano che sembrerebbe stia facendo parlare di sé anche i blog statunitensi. (Mara Clemente per NL)

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