E punta a triplicare il giro di affari del 2007, incrementando la raccolta pubblicitaria sino a farla arrivare alla tutt’altro che irrilevante cifra di 12 milioni di euro.
Non è cosa da tutti i giorni pensare di “affittare” per due anni un’emittente e investirci sopra per far crescere esponenzialmente il giro d’affari da esso generato. Bisogna avere idee, forza contrattuale, capacità di investimento e soprattutto tanta passione. Speriamo davvero che la Interactive, presieduta da Bruno Bogarelli, sia in possesso di tutti questi asset. Perchè altrimenti la sfida di Sportitalia si rivelerà non solo ostica, ma anche, in qualche modo, suicida. Sportitalia e Sportitalia24, emittenti ideate dal filo berlusconiano Tarak Ben Ammar, proprietario di Europa Tv, sono da tempo visibili sia sul digitale terrestre di Telecom Italia Media (entrambi), sia all’interno del pacchetto Sky (solo Sportitalia per il momento). Nel 2007 le due emittenti avevano attratto investimenti pubblicitari per 4,5 milioni di euro. Il 2008 si è chiuso a circa 8 milioni. Nonostante questo però i bilanci erano sempre in passivo. Da qui l’idea di locare le emittenti a qualcuno in grado di svilupparne le potenzialità. E qui entra in gioco Bogarelli, che affiancato da un centinaio di dipendenti (di cui quasi la metà giornalisti), si è messo in testa di puntare molto in alto, dichiarando di voler raggiungere, per la prima volta nella storia di Sportitalia, il pareggio di bilancio, portando il giro di affari generato dai due canali a 12 milioni di euro. Per farlo Bogarelli crede che basterà raddoppiare il parco clienti, obiettivo non facilmente raggiungibile se si considera che il 2009 è dai più considerato come un anno funesto. Molto dipenderà però dalla capacità di Bogarelli di chiudere un accordo con Sky per portare sul satellite anche Sportitalia 24. E dal tasso di diffusione del digitale terrestre, elemento chiave su cui si basa la scommessa imprenditoriale del patron di Interactive. Speriamo che abbia fatto bene i suoi conti. (Davide Agazzi per NL)