La Federazione Radio Televisioni ha pubblicato sul proprio notiziario settimanale una notizia a riguardo dell’epilogo di una non meglio definita "tv comunale" che sarebbe risultata illegittima alle verifiche della Corte dei Conti.
Incuriositi, abbiamo fatto qualche ricerca ed abbiamo scoperto che il caso trattato era relativo ad una cosiddetta "telestreet", un fenomeno di protesta socio-politico-culturale che, iniziato nel 2002, aveva avuto un’esplosione di notorietà intorno al 2003/2004, per poi morire naturalmente per lo scarso concreto interesse dell’utenza e, soprattutto, perché le tv di rottura si possono ormai più facilmente, efficacemente e legalmente realizzare col web. Questo scriveva FRT in data 30/10 sul proprio bollettino: "La Corte dei Conti con sentenza n. 520/2009 depositata presso la segreteria della sezione giurisdizionale per la Toscana, ha condannato, in accoglimento della domanda del Procuratore regionale, il Sindaco, il Segretario Comunale e i componenti della giunta municipale del comune di Peccioli (Pisa) al pagamento per danno erariale di importi in denaro e alle spese di lite, per aver attivato nell’estate 2003 senza autorizzazione del Ministero delle comunicazioni una emittente televisiva locale denominata Peccioli TV. La tv in questione trasmetteva da un impianto sito su un campanile cittadino in un ambito locale limitato ed era stata a suo tempo attivata allo scopo di diffondere in diretta i consigli comunali, e tutte le ulteriori iniziative dell’ente locale. La decisione di condanna della Corte dei Conti parte dal presupposto, accertato, che l’apparato trasmittente operava…. “senza le prescritte autorizzazioni”. Una descrizione dei fatti che, in realtà, non riconduceva direttamente al fenomeno delle "telestreet", ma che poteva essere confuso con quello degli impianti ex art. 30 D. Lgs 177/2005, attività invece pienamente legale da parte degli enti territoriali in possesso di autorizzazione all’esercizio di relay di programmi radio-tv non altrimenti ricevibili sul proprio territorio (quindi un esercizio radiotelevisivo meramente tecnico, senza connotazioni editoriali, stante il divieto di realizzare produzioni autonome). La vicenda della telestreet di Peccioli, come detto una delle tante "televisioni di strada", iniziava nel 2003 ed esplodeva nel settembre di quell’anno con un tentativo di disattivazione dell’I.T. Toscana dell’allora MinCom. La sintesi dell’evento è riassunto in questo lancio ANSA del tempo: "Peccioli Tv resiste. Renzo Macelloni, il sindaco diessino della cittadina toscana dove sta nascendo la piccolissima tv, stamane ha cortesemente sbarrato la strada ai due funzionari del ministero della Comunicazione inviati a Peccioli per porre i sigilli agli impianti. ”Di fatto – ha spiegato Macelloni – l’ ordinanza di disattivazione della nostra tv non era eseguibile perche’ gli impianti ancora non li abbiamo. Ne hanno preso atto e se ne sono andati”. Ma Peccioli tv, una delle due telestreet italiane (l’ altra e’ Disco Volante di Senigallia) colpite dal provvedimento di disattivazione perche’ non dispongono della concessione prevista dalla legge Mammi’, non si ferma. ”Difendiamo uno spazio di liberta’ e democrazia – dice Macelloni – e andremo avanti. Stiamo preparando il palinsesto: trasmetteremo le sedute del consiglio comunale, la messa domenicale e uno spazio aperto dedicato alle attivita’ delle associazioni locali. E’ assurdo che Roma vieti al nostro Comune di realizzare un servizio sociale come questo”. I due funzionari del ministero, stamane, hanno trovato un centinaio di abitanti ad accoglierli nella piazza del paese, all’ombra del campanile su cui e’ stata montata l’ antenna di Peccioli tv, per difendere la loro microemittente. Insieme con il sindaco, c’era il parlamentare della Margherita Ermete Realacci, primo firmatario di un’ interrogazione al ministro della Comunicazione Maurizio Gasparri sullo spegnimento delle telestreet italiane. Tra i due funzionari, il sindaco e l’ onorevole si e’ svolto un dibattito al limite del surreale. I tecnici chiedevano di vedere gli impianti, contestando al sindaco l’ occupazione abusiva del canale 49, ma gli impianti non c’ erano. ”Nei mesi scorsi abbiamo fatto solo una prova trasmissione – spiega Macelloni – facendoci prestare le apparecchiature”. Alla fine, i due funzionari – molto gentili e corretti, ha sottolineato il sindaco – se ne sono andati a mani vuote dichiarandosi disponibili a discutere una soluzione. ”Se non ci permettera’ di trasmettere – afferma divertito il sindaco di Peccioli – il ministro Gasparri infrangera’ un sogno. Che male facciamo noi a mandare in onda, in un piccolo raggio di 5-600 metri, trasmissioni utili solo ai cittadini di Peccioli? Non possiamo e non vogliamo dare alcun fastidio ai colossi televisivi che hanno ormai ampiamente saturato il mercato. La nostra e’ una battaglia di civilta’ e siamo certi di non infrangere alcuna regola dal momento che esiste un vuoto legislativo. Noi invitiamo il Parlamento a legiferare e a colmarlo dando la possibilita’ a queste piccolissime emittenti di vivere”. Il fenomeno delle telestreet si e’ sviluppato in Italia l’anno scorso. Oggi le tv di strada sono circa 120: utilizzano piccoli impianti, idonei a trasmettere solo in un raggio di alcune centinaia di metri, che non equivale neppure ad un quartiere di una grande citta’. Le loro programmazioni sono dedicate ai problemi della piccola comunita’ locale che intercetta il segnale. Peccioli tv e’ nata da un’ idea del sindaco e dei suoi collaboratori. ”Stavamo completando – racconta Macelloni – unnuovo centro per anziani, molto innovativo, che mira a mantenere i nostri vecchietti in casa con un servizio a domicilio. Ci siamo posti il problema di mettere in comunicazione il centro con gli utenti, da qui e’ nata l’ idea della tv di strada. L’obbiettivo, come ben si capisce, e’ positivamente autoreferenziale, interessa solo i nostri concittadini. 50 anni fa la gente, la sera, si trovava per la strada a chiacchierare, a scambiarsi idee. Ora non accade piu’. Per qualcuno, probabilmente, questo nuovo piccolo strumento di comunicazione e’ pericoloso”. Un sogno di cui però, a 6 anni di distanza, rimane solo una condanna della Corte dei Conti.
Questo il comunicato stampa diffuso al tempo dal Comune di Peccioli
Il Ministero delle Telecomunicazioni preannuncia l’oscuramento di PeccioliTV.
Alla fine di luglio l’amministrazione comunale di Peccioli ha avviato, prima in Italia, una sperimentazione di radiodiffusione televisiva all’interno di un cono d’ombra (un’area dell’etere inutilizzata). Come per le oltre 100 telestreet attualmente operanti in Italia, anche l’impianto trasmittente adottato a Peccioli è assolutamente non professionale e può essere captato solo da poche centinaia di metri, l’amplificatore di segnale, infatti, può essere paragonato a quello di un banale walkie talky. Durante la sperimentazione sono state riportate in diretta TV due serate teatrali all’aperto e proprio in questi giorni il progetto entra in fase operativa con le diretta della messa e del consiglio comunale e la differita delle feste rionali. A latere sono in preparazione alcuni percorsi formativi che possano coinvolgere tutti i cittadini interessati alla realizzazione del palinsesto di PeccioliTV. E’ pervenuto al sindaco Macelloni, dal Ministero delle Comunicazioni, l’ordine di disattivazione in via amministrativa dell’impianto che sarà eseguito, ad opera del personale tecnico incaricato dal Ministero, il giorno 26 p.v. alle ore 11. L’amministrazione Comunale di Peccioli non nega che la TV opera senza concessione e dunque in un regime di illegalità, ma ha sempre concepito questa iniziativa nei termini di battaglia civile per rivendicare l’uso comunitario dell’etere, in sintonia con l’art. 21 della Costituzione Italiana. Quello che oggi è illegale potrebbe essere legale domani (come Rete4, che opera su tutto il territorio nazionale senza concessione e sarà presto graziata dal DdL Gasparri e che, finora, non ha ricevuto ordinanza di disattivazione né altre sanzioni). Pertanto, questa Amministrazione: – conferma l’intero palinsesto delle trasmissioni e l’organizzazione di percorsi formativi e seminari teorici per consegnare il futuro della sperimentazione nelle mani degli stessi cittadini che potranno così sfruttare gli aspetti positivi della televisione; – respinge l’ordine del Ministero e annuncia una grande battaglia legale per rompere le logiche del monopolio a favore di tutti i cittadini; – invita tutte le altre Istituzioni pubbliche locali ad intraprendere azioni simili
Peccioli (Pisa), 26 luglio 2003
PeccioliTV
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