Secondo un sondaggio condotto e pubblicato da E-Media Institute, nel 2012 dovrebbe avvenire il cosiddetto "sorpasso storico" delle entrate della pay-tv rispetto a quelle derivanti dal mercato delle inserzioni pubblicitarie.
I ricavi da riscossione diretta del canone di abbonamento utenti potrebbero sorpassare in quota percentuale ed in valori assoluti quelli da inserzioni commerciali diffuse sulle varie reti nazionali. Con circa 3,8 miliardi di euro, gli incassi diretti potrebbero rappresentare il 41% dei ricavi totali del sistema tv. Il rapporto mette in luce anche, la crescente disponibilita’ delle famiglie italiane a spendere per guardare la tv. Se nel 1992 in famiglia spendevano poco si spendevano meno di 2 miliardi di euro (tra canone e home video), nel 2008 tale cifra ha superato i 6,2 miliardi e potrebbe giungere fino a quasi 8 miliardi nel 2012 (di cui quasi il 60% derivante dai servizi della pay-tv). Sempre in base a quanto emerge dal rapporto curato da e-Media Institute, se nel 2008 l’ammontare dei ricavi (7,2 mld) era costituito per il 46% dalle inserzioni pubblicitarie, per il 33% dai servizi di pay-tv e per il 20% da canone radio-tv, nel 2012 il salvadanaio delle entrate (9,2 mld) potrebbe essere composto per il 41% dalla pay-tv, per il 40% dagli spot pubblicitari e per il restante 19% dal canone radio-tv. E-Media Institute stima inoltre che nei prossimi 3 anni si registrerà una significativa crescita delle cosiddette forme d’offerta ibride broadcast-broadband: una prima piattaforma sarà costituita dalla valorizzazione della catch-up tv via televisore e pc, cioè dalla creazione di un archivio virtuale cui l’utente potrà accedere in ogni momento per ottenere la visione successiva di programmi ormai già andati in onda. (Paolo Masneri per NL)