A raccontarlo sembra quasi un esperimento scientifico. E sicuramente ci sarà qualche studente di Scienze della comunicazione che presto ci farà la tesi sopra.
Queste le istruzioni: prendete un’emittente televisiva di genere musicale che naviga al largo, cambiategli qualche dettaglio della programmazione, ma soprattutto associatela ad un brand potente e fatela dirigere da una personalità. Ora, c’è qualcuno in grado di prevedere, a scatola chiusa, quali saranno gli effetti di questa operazione sui risultati economici della stazione? Se qualcuno pensa di avere la soluzione, si faccia avanti. Perché le scommesse sull’andamento di Deejay Tv, nata sulle ceneri di All Music, sono aperte. Il sempreverde Linus, deus ex machina di Radio Deejay, ha presentato l’iniziativa un po’ in sordina, ma è chiaro a tutti che la sfida sarà tosta. A rendere imprevedibile la reazione del mercato ci sono due fattori: il potentissimo marchio Deejay, identificativo della radio di diamante del Gruppo L’Espresso, al quale fa riferimento anche il network provider sul digitale terrestre Rete A, e, appunto, l’avvento del DTT, che sta alterando tutti gli equilibri d’ascolto. Un momento ideale per partire, in un certo senso, perché i parametri di riferimento, a breve, saranno totalmente azzerati. Senza fare previsioni sulla performance di Deejay Tv, proviamo a fissare qualche paletto per avere dei riferimenti. Fino a ieri All Music presentava, per quel che riguarda il 2009, dei risultati economico-editoriali non entusiasmanti. L’ascolto era insoddisfacente e il fatturato risultava, anche complice la crisi, dimezzato rispetto al 2008 (dovrebbe assestarsi attorno ai 10 milioni di euro di ricavi). Migliorare questo risultato è qualcosa che deve considerarsi scontato. Obiettivo realistico è tornare presto ai volumi degli anni d’oro di All Music, che si aggiravano attorno ai 20 milioni di euro. Per fare il botto, che consiste nel raggiungere il competitor Mtv, bisognerebbe raddoppiare tutto e arrivare ai 40 milioni di euro. Il che non è poi impossibile, considerando che Rete A, quale network provider, a breve ospiterà nel proprio mux il prodotto Cielo di Rupert Murdoch, che certamente contribuirà a rendere accattivante l’offerta editoriale della tv de L’Espresso. 10, 20, 40, sono quindi i numeri che Linus si giocherà sulla ruota di Bari il prossimo anno. Per ora si è presentato (molto strategicamente) in modo quasi dimesso, dicendo che vuole andare per gradi, elevando la qualità della programmazione e coinvolgendo i personaggi più noti che vengono dalla sua radio (che certamente costituirà il traino della tv, con i suoi 5 milioni di ascoltatori). Niente più programmi come The Club, per intendersi. Ma neanche esperimenti di radiotelevisione, che non convincono Linus. Nel senso: va bene fare qualche cosa (il suo Deejay chiama Italia), ma – secondo il noto dj – non si potrebbe pensare di costruire tutto il palinsesto di una tv con programmi del genere. Una sfida difficile quella di Linus, tanto più in un mercato che il digitale terrestre ha reso enormemente competitivo. (Davide Agazzi per NL)