Da qualche settimana Luca Telese (foto), giornalista del Fatto Quotidiano ed ospite telefonico fisso della trasmissione serale di Radio 24, La Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani, non va più on air, per decisione dell’emittente, in seguito ad una battuta pesante nei confronti di Emma Marcegaglia (foto), presidente di Confindustria ed editore della radio.
Ecco i fatti. È giovedì 8 ottobre, Telese interviene telefonicamente, come di consueto, durante la trasmissione (in calce l’audio della telefonata). Il tema del giorno è il caso Porro-Arpisella, con conduttore e spalla – che generalmente sono in disaccordo quasi su tutto (è per questo che Cruciani poco più d’un anno fa ha deciso di portare l’amico Telese in trasmissione, per renderla più bipartisan) – stranamente concordi nel condannare il comportamento del portavoce della Marcegaglia, che invece di rivolgersi al direttore del Giornale, aveva contattato Fedele Confalonieri, dopo aver ricevuto la notizia che il quotidiano aveva in serbo un dossier sul presidente degli industriali. Telese, però, si spinge un po’ più in là e rende noto, con toni coloriti, ciò che pensa della signora. “E’ una cretina”, dice, andandoci giù pesante e pensando che, al contrario che sulla stragrande maggioranza dei media italiani, qui, nella liberale terra di Confindustria, insultare il padrone sia reato non punibile con la cacciata agli inferi. O, semplicemente, facendosi trascinare da un’eccessiva foga giornalistica. E invece accade che viene sospeso dalla trasmissione; dal giorno seguente Telese scompare, dopo oltre un anno di collaborazione fissa, da La Zanzara. Non se ne sa più nulla, nessuno dice nulla; inizialmente nemmeno l’amico Cruciani il quale, però, dopo alcuni giorni – in attesa, dice, che si calmino le acque e Luca torni al suo posto – inizia una sorta di amarcord con dei revival del giornalista durante alcune sue apparizioni in radio e in tv. Persino una in cui Telese canta Ramazzotti ospite da Vittoria Cabello. Sembra che, come accaduto tante volte ad altri giornalisti, ad acque calme Telese tornerà on air, come se nulla o quasi fosse accaduto. E invece no. Dopo quasi due settimane, il direttore del Fatto chiede a Telese i scrivere un articolo sulla sua “cacciata” o, per lo meno, “sospensione”, dalla trasmissione di Radio 24. L’articolo esce sul numero del quotidiano del 24 ottobre e racconta retroscena inquietanti. Il titolo “Riotta chiama, la Zanzara mi censura”, però, è scelto dal direttore, mentre Telese posta lo stesso pezzo, con un titolo più soft (“Io, la Zanzara e la Marcegaglia”), sul suo blog personale. Il retroscena sarebbe la presunta chiamata da parte di Gianni Riotta, “quello che ha fatto perdere il 10 per cento al Sole 24 Ore in un anno”, al direttore della radio, Fabio Tamburini, per chiedere la testa del giornalista del Fatto. Neanche in una testata dichiaratamente liberal, merce rara e preziosa in Italia di questi tempi, è possibile macchiarsi del reato di lesa Maestà senza essere puniti con l’esilio. E infatti Telese paga e sparisce dalla Zanzara. Il giorno successivo, Telese, in risposta ad un commento sul suo post, sostiene di non aver voluto scrivere quell’articolo, ma di averlo dovuto fare in risposta alle decine di mail ricevuto che gli chiedevano chiarezza e alla volontà del direttore della testata su cui scrive. Ha precisato di apprezzare la trasmissione e di non sentirsi vittima degli eventi, semplicemente di aver detto la sua, pensando di poterlo fare liberamente, avendo ricevuto in cambio un benservito. Passa un giorno ancora e ieri, 26 ottobre, entra nella querelle anche Filippo Facci, con un editoriale al vetriolo su Libero. Facci definisce Telese “un prodotto perfetto di questa Seconda Repubblica, il giornalista ideale di questa classe politica tutta ciance e Ballarò: ridanciano, pettegolo, telefonatore implacabile, amico di tutti e di nessuno, banalizzatore come solo i finti romani sanno essere amico di tutti e di nessuno, forte con i deboli e buffo con i forti, uno che non ha bisogno che canti il gallo per tradirti tre volte”. “Il suo genere di giornalismo, – continua – malato di politica, è persuaso di dover mutuare dalla medesima politica i modus deteriori, tipo la doppiezza, il paraculismo, il cinismo, il tutto con l’aria di chi sa come gira il mondo”. Sempre dalle pagine del suo blog, Telese, replica all’editoriale sostenendo che tra lui e Facci ci sia un’atavica antipatia dovuta allo “scoop” del giornalista del Fatto sul segreto dell’acconciatura bionda e patinata del giornalista di Libero. Robe da Novella 2000.Ancora ieri, poi, con una buona dimostrazione di libertà d’espressione, il Fatto Quotidiano ospita la replica, seccata, dal direttore di Radio 24 Tamburini, imbufalito con Telese per il retroscena su Riotta. “Apprendo con stupore – scrive – che, dopo una telefonata con Gianni Riotta, direttore del Sole 24 Ore, io avrei censurato la collaborazione di Luca Telese alla Zanzara di Giuseppe Cruciani, dopo gli insulti che Telese ha rivolto in diretta alla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Si tratta di calunnie e illazioni. Dirigo la radio in autonomia, non ho mai ricevuto alcuna pressione da Gianni Riotta nè su questa nè su altre questioni, figuriamoci poi per censure”. Ancora: “L’azienda e la proprietà del Gruppo Sole 24 Ore mi hanno sempre incoraggiato nella difesa dell’autonomia e dell’indipendenza dei giornalisti che lavorano per le testate di cui sono direttore. Altra cosa è insultare con termine grave l’azionista. Tale comportamento è inaccettabile”. Sullo stesso numero di ieri, Telese ha replicato ribadendo quanto già scritto sul suo blog e rivelando come l’indiscrezione sulla presunta telefonata di Riotta l’avesse ricevuta da un collega di cui si fida molto. “E’ giusto che ci siano testate in cui si possa dir male di tutti, tranne che dei proprietari? – si chiede, poi – La mia non era una ingiuria gratuita, ma una frase di un ragionamento. Su "Il Fatto", ho pubblicato molte interviste in cui si parlava male di questa testata. E’ una questione di stile”. (G.C. per NL)