Una piccola grande televisione. Forse non esiste modo migliore per definirla. Trattasi di Telejato, la microemittente televisiva siciliana, ceduta nel 1999 dal suo primo proprietario (il Pci) all’imprenditore locale Pino Maniaci, la cui storia ha spopolato a livello internazionale grazie all’autenticità e alla passione delle proprie inchieste e rivelazioni. Con sede nel minuscolo comune di Partinico, in provincia di Palermo, Telejato trasmette per lo più contenuti dedicati all’informazione locale, con una lente d’ingrandimento su mafia e clientelismo. Pino Maniaci, direttore dell’emittente, insegna: come infatti scrive la giornalista Emanuela Zuccalà per l’edizione del 18 ottobre scorso del settimanale Io Donna, il telegiornale di Telejato inizia a trasmettere intorno alle 14.20, ma termina solo quando il conduttore lo ritiene più opportuno. L’ammontare degli attuali telespettatori sfiora la cifra di 150mila, i quali non possono resistere alla tentazione di un’informazione fresca e rivelatrice, capace di scuotere quegli stessi comuni dei quali sono residenti. Come specifica lo stesso Maniaci, gli afecionados di Telejato appartengono ad un fantomatico “triangolo delle Bermude”, costituito da “la Corleone di Riina e Provenzano, la San Giuseppe Jato di Brusca e Di Maggio, la Partinico dei Geraci prima, dei Vitale poi, di Raccuglia oggi, nel tris d’assi dei super latitanti di Cosa Nostra con Matteo Messina Denaro e Gianni Nicchi” (tratto da Io Donna del 18/10/08). Ed è proprio a causa di quella verità raccontata e documentata nei suoi tg che Maniaci ha ricevuto, nel giro di circa 9 anni, ben 270 querele e due condanne. Denunce che non preoccupano affatto il baffuto ed esile (solo nel fisico) conduttore siciliano, ma al contrario spronano lui e la propria collaboratrice fidata (la figlia per la precisione) a fare ancora di meglio. Questo valido fenomeno mediatico ha fatto strada, diventando tra l’altro un punto di riferimento per diverse tipologie di produzioni: un servizio speciale per l’emittente France3; il capitolo di un libro su Cosa Nostra dello scrittore e giornalista Henning Klüver; il soggetto del film francese “La televisione più bella del mondo”; alcuni studi in materia giornalistica per l’emittente statunitense Cnn e la britannica Bbc. Non ultimo arriva il contributo di Reporters sans frontieres che ha inserito Pino Maniaci tra i cronisti in prima linea. Non vi è purtroppo notizia di alcun riconoscimento italiano. (Marco Menoncello per NL)