Mentre si sta discutendo animosamente a riguardo della tendenza delle telco a fagocitare spazi radioelettrici alla tv (manifestatasi nella ridda di emendamenti all’art. 89 del DDL di bilancio), Agcom rende noto che il settore Telecomunicazioni ha registrato tra il 2012 e il 2016 una riduzione dei ricavi del 16%, prevalentemente concentratasi nel triennio 2012-2014 (-15,2%).
Nell’ultimo anno, invece, si rileva una sostanziale stabilità del fatturato complessivo, e, non considerando TIM, si osserva un’inversione di tendenza con una crescita dello 0,5%.
Questo è il quadro fotografato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nella terza edizione del Focus sui bilanci delle imprese operanti nei settori delle Telecomunicazioni e dei Servizi postali e di corriere espresso in cui vengono illustrati i risultati di un’analisi effettuata sui bilanci dei principali operatori di settore per il periodo che va dal 2012 al 2016.
In relazione ai Servizi Postali e di corriere espresso, i ricavi complessivi, dopo una diminuzione registrata dal 2012 al 2014, risultano pressoché stabili su un valore intorno ai 7,7 miliardi di euro.
Tuttavia, notevoli differenze si riscontrano tra i diversi segmenti di mercato considerati: i ricavi di Poste Italiane diminuiscono del 19,8% e rappresentano oggi il 39,5% del totale (rispetto al 49,4% del 2012), mentre quelli delle altre imprese (in
gran parte corrieri espresso) crescono del 20% (+5,8%nel solo 2016).
Il Focus contiene inoltre un approfondimento su Poste Italiane S.p.A. i cui ricavi, escludendo quelli provenienti dalle attività finanziarie, sono rimasti relativamente stabili.
La progressiva digitalizzazione delle modalità di comunicazione (e-substitution) è alla base della riduzione dell’utilizzo dei servizi postali tradizionali: nel periodo considerato gli invii postali si dimezzano passando da 3,5 a 1,7 miliardi di unità. Allo stesso tempo, la crescita dell’e-commerce (nel 2016 oltre un utente internet su due ha effettuato un acquisto online), alimenta l’incremento delle attività di corriere espresso e di invio di pacchi, cresciuti di oltre il 50% (da 62 a quasi 100 milioni di unità in dieci anni).
Infine, i processi di ristrutturazione aziendale hanno portato alla riduzione del 7,5% degli uffici postali e alla flessione dei livelli occupazionali di 17.500 addetti circa. (E.G. per NL)